La procura di Firenze ha chiuso le indagini e accusa i fratelli Alessandro, Luca e Andrea Conticini, quest’ultimo cognato dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, di appropriazione indebita e riciclaggio riguardante il presunto utilizzo a fini privati di 6,6 milioni di dollari di fondi donati per i bambini in Africa da enti benefici come l’Unicef e la Fondazione Pulitzer.
I pm Giuseppina Mione e Luca Turco contestano ai tre fratelli i reati di appropriazione indebita e riciclaggio. Secondo la procura dei 10 milioni di dollari ricevuti da Play Therapy Africa, la società creata da Alessandro Conticini, ex funzionario Unicef ad Addis Abeba, dalle varie organizzazioni e che erano destinati all’assistenza dei bambini africani, una parte è stata legittimamente usata come compensi per il lavoro svolto, mentre oltre 6,6 milioni, secondo la procura, sarebbero invece transitati sui conti privati e sarebbero stati utilizzati per investimenti immobiliari.
L’inchiesta aveva rischiato, negli scorsi mesi, di bloccarsi dopo la modifica da parte del governo Gentiloni della procedibilità dell’appropriazione indebita da ufficio a querela di parte. La procura aveva precedentemente informato gli enti benefici con delle rogatorie internazionali. L’unica a rispondere è stata Operation Usa, organizzazione della Fondazione Pulitzer che a gennaio ha presentato querela. Nel frattempo la norma è cambiata di nuovo e l’appropriazione indebita, se aggravata, è divenuta procedibile d’ufficio. La procura, il 2 aprile, ha chiuso le indagini. Passo che preannuncia, di solito, la richiesta di rinvio a giudizio. Tutte le accuse sono sempre state respinte dagli indagati.