L’Istituto di scienze marine del Cnr di Venezia, grazie ad un ecoscandaglio ad alta risoluzione, ha potuto scattare delle fotografie acustiche nei fondali della laguna dove si scatena un mini tsunami ogni volta che passa una nave lunga oltre 300 metri e con una stazza a volte superiore alle 100 mila tonnellate.
Le fotografie, pubblicate dalla rivista Scientific Reports (Nature), descrivono l’impatto sull’ecosistema lagunare dovuto al traffico marittimo: ogni anno un migliaio di grandi navi da crociera transitano davanti al bacino di San Marco, poi costeggiano Punta della Dogana per entrare nel canale della Giudecca, ci sono anche più di tremila navi cargo che percorrono il canale dei Petroli tra Malamocco e Marghera e un numero imprecisato di vaporetti, barche e barchini.
Questo provoca un maremoto che lascia i fondali soggetti ad una continua erosione, e pieni di buche e solchi scavati da chiglie o eliche.
L’oceanografo Andrea Bergamasco del Cnr di Venezia, infatti ha spiegato che le onde del maremoto sollevano dai fondali masse enormi di sedimenti e detriti che in parte rimangono in sospensione fin quando non vengono spinti nell’Adriatico dalle maree.
Di conseguenza ogni anno almeno un milione di metri cubi di materiali vengono trascinati fuori dalla laguna; e con la profondità aumenta anche la forza di maree e correnti.
Il direttore dell’Ismar-Cnr, Fabio Trincardi, riferendosi ai rilevamenti effettuati con l’ecoscandaglio ha parlato di “una terra dei fuochi subacquea” infatti ha rivelato che “sul fondo dei canali abbiamo trovato di tutto, vecchie barche, copertoni, rottami ed elettrodomestici. Per incuria, dolo o inconsapevolezza c’è ancora chi pensa alla laguna come ad una discarica, tanto non si vede. Ora invece possiamo vedere tutto”.