“Guerra minacciava di voler andare da un giornalista affamato di notizie e diceva ‘vado a mostrare i video’. Io non li ho mai visti, posso supporre che riguardassero immagini casalinghe di Berlusconi”.
Questo è quanto detto in aula dall’architetto e mediatore immobiliare Ivo Redaelli nel corso di una deposizione al processo Ruby ter.
Secondo Redaelli lo scandalo sulle cene eleganti avevano causato a Barbara Guerra “più di uno sbalzo di umore. Dalla gratitudine per Berlusconi passava a scenate da pazza, andava in escandescenza. Quando ne ho parlato con il presidente, lui disse ‘queste ragazze per causa mia non hanno più lavorò e sperava che dandogli una permanenza magari trovassero un fidanzato o una vita normale”.
Redaelli ha inoltre raccontato che Berlusconi “si sentiva molto triste, è una persona sensibile, aiuterebbe chiunque, le vedeva in mezzo alla strada, senza lavoro dopo lo scandalo, sperava si rifacessero una vita”.
L’architetto ha aggiunto che Berlusconi nel 2010 gli “chiese di selezionare degli immobili, perché voleva fare un investimento immobiliare” e “io gli proposi quelle due ville di Botta (il famoso architetto, ndr)”.
“Dopo che lui le acquistò – ha proseguito -, seppi che in una era andata ad abitare Guerra e nell’altra Sorcinelli”. Redaelli ha raccontato anche che Guerra “mi telefonava per dirmi che non funzionavano le cose, per me era una fatica, perché era successo questo scandalo (delle serate ad Arcore, ndr) che l’aveva innervosita, dava in escandescenze anche per la rottura di una lampadina”. E ancora: “Da un parte c’era una persona che stimo, Berlusconi, dall’altra queste persone che facevano scene da pazze per qualsiasi cosa, forse perché non avevano più un lavoro, avevano sbalzi d’umore”. Ha aggiunto, poi, che fu lui a proporre per loro la formula del comodato d’uso “per regolarizzare e dare forma giuridica” alla presenza delle ragazze nelle ville.
“Berlusconi mi disse che si sentiva moralmente in debito con loro – ha continuato il testimone -, sperava che potessero ricominciare una vita normale, io davo consigli per tutelare tutti”.
In un verbale in fase di indagini Redaelli aveva parlato di “forti pressioni da Guerra a Berlusconi” per ottenere soldi e delle sue reazioni di “rabbia” se non li otteneva. Redaelli ha anche spiegato di non sapere cosa contenessero i “video” di cui parlava Guerra, che gli diceva che avrebbe “cantato” coi giornalisti.