Pier Luigi Boschi, padre dell’ex ministra Maria Elena, è stato citato a giudizio diretto davanti al giudice monocratico del tribunale di Arezzo dal pool di magistrati che si occupano delle inchieste sull’istituto.
Boschi senior – leggiamo sugli organi di stampa – dovrà giustificare una serie di consulenze esterne per più di quattro milioni di euro date nel 2014 da Banca Etruria, di cui era amministratore.
Il filone dell’inchiesta riguarda alcune consulenze per trovare un partner alla banca e decisive per il crac. Filone autonomo rispetto al maxi-processo per bancarotta già in corso e per cui sono imputati 25 persone.
«Tra le consulenze contestate dalla procura ci sono i 4 milioni di euro pagati per incarichi affidati a grandi società (Mediobanca e Bain) e importanti studi legali (Grande Stevens a Torino e Zoppini a Roma. Secondo la procura di Arezzo i membri del cda e i dirigenti citati a giudizio non avrebbero vigilato sulla redazione di consulenze che in procura ritengono in gran parte inutili e ripetitive, nonché tali da contribuire all’aggravamento del dissesto dell’istituto di credito. Su questo filone risultavano 17 indagati».
Leggiamo sul Corriere della Sera che dopo essere stato contattato telefonicamente, «Pier Luigi Boschi ha detto di non aver ancora ricevuto dai magistrati alcun provvedimento e che si riserverà di commentare la decisione della procura eventualmente una volta lette le carte. Prima del rinvio a giudizio Boschi era stato prosciolto dalla contestazione di falso in prospetto e successivamente dall’accusa di bancarotta fraudolenta per la mancata fusione tra Banca Etruria e Popolare di Vicenza, l’istituto di credito del quale era presidente Gianni Zonin»