Pregliasco: ‘A Natale pranzi e cene senza nonni’

“Le chiusure stanno funzionando e le nuove zone rosse e arancioni proseguono nella direzione giusta. Ora bisogna investire per evitare altri guai a gennaio”.
Lo ha dichiarato, in un’intervista a La Stampa, Fabrizio Pregliasco, ricercatore di Virologia all’Università Statale e direttore sanitario del Galeazzi di Milano.
Secondo Pregliasco la seconda ondata è “alla fine della crescita esponenziale, cioè all’appiattimento della curva. Le misure stanno funzionando e per questo ha senso continuare in Campania, in Toscana e ovunque necessario”. La curva piatta ci porterà “a un Natale tranquillo. Le chiusure non abbatteranno i contagi, ma eviteranno il caos e tra un mese si potrà fare qualche giudiziosa riapertura”, ha affermato ancora il virologo.
Pregliasco ritiene che a Natale i contagi saranno inferiori “ma non dovremo ripetere gli errori estivi. Ogni contatto rimarrà a rischio”.
Per questo, il pranzo di Natale si potrà fare anche se “i nonni sarà meglio lasciarli a casa. Genitori e figli al massimo”. Il virologo osserva che “550 decessi solo ieri suggeriscono anche a chi vive in zone gialle e arancioni di evitare qualsiasi contatto rimandabile”.
Il rischio di una terza ondata “esiste e bisogna prepararsi, anche se non è detto che si verifichi. La strategia del governo di chiusure lente e graduali potrebbe portare dei risultati di lungo periodo” ha fatto sapere il virologo.
“Un lockdown immediato sarebbe stato meglio, ma i provvedimenti vanno compresi da tutti altrimenti sono controproducenti. Già così il governo è stato molto criticato. Va ricordato che si tratta di una situazione senza precedenti in cui molti Paesi efficienti sono andati in crisi” ha osservato l’esperto.
Ci si può preparare alla terza ondata “non disperdendo i risultati di queste chiusure. A gennaio ci sarà il picco dell’influenza e saremo avvantaggiati se avremo aumentato la capacità di tracciamento, di tamponi e di test veloci come screening in scuole e aziende. Dovremo migliorare i protocolli per le cure a casa e l’organizzazione degli hotel Covid. Infine, una maggiore tranquillità mediatica potrebbe diminuire l’ansia collettiva” ha concluso.