«Le condizioni della Sardegna sono tali da consentire l’eliminazione del virus senza fare ricorso ai vaccini».
È quanto sostenuto dal microbiologo Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia dell’Università di Padova.
«L’isolamento che, sommato alla scarsa densità di popolazione, può diventare un fattore determinante se accompagnato da uno screening di massa che si potrebbe effettuare con i tamponi rapidi», ha spiegato l’esperto.
Covid, Crisanti: ‘Si parla di sci con 600 morti al giorno. Non siamo un paese normale’
“Non è un paese normale”.
Così il microbiologo Andrea Crisanti commentando a Sky TG24, il dibattito sulle prossime vacanze di Natale.
“Rimango senza parole che si parli di sci con 600 morti al giorno. Andare a sciare per divertirsi sapendo che questo causerà un aumento dei contagi e dei morti?” si è domandato Crisanti.
“Ventimila contagi al giorno non ci possono far dire che siamo fuori dalla pandemia. C’è un calo, che però non è omogeneo tra tutte le regioni. La curva dei decessi è influenzata dall’andamento dell’epidemia di 3-4 settimane fa, quando c’era il picco di trasmissione. I dati non diminuiranno ancora prima di una decina di giorni”, ha aggiunto il docente dell’Università di Padova.
“Il problema non è l’impianto da sci, se sanifico le cabine o i sedili delle seggiovie, il problema è l’assembramento che si crea prima e dopo, la socialità che c’è, gli alberghi pieni”, e sul fatto che si vada a sciare all’estero, Crisanti ha aggiunto che “bisognerebbe raggiungere un accordo europeo, servirebbe la responsabilità di altri Paesi, Svizzera, Austria, Francia, peraltro ancora toccati pesantemente”.
Riguardo le notizie che emergono sulle future scelte del governo, ha detto che “da quello che è trapelato mi sembra che le misure del governo sono orientate al buonsenso, si cerca di fare in modo che queste feste di Natale siano un’occasione per consolidare i risultati ottenuti. È chiaro che, se le feste di Natale e Capodanno si trasformano in un’occasione di assembramenti come durante l’estate, ricominciamo a gennaio e febbraio, è inevitabile. Più abbiamo socialità e più diamo occasione al virus di trasmettersi. C’è da bilanciare l’aspetto economico e di qualità della vita col fatto che questo si associa a maggiori ricoveri e morti”. ha precisato.
In merito al tema dei vaccini, ha osservato: “I dati non sono ancora stati diffusi con la comunità scientifica. In America la prima settimana di dicembre dovrebbe essere quella decisiva. I dati di un vaccino di questa portata in genere è buona pratica che vengano condivisi prima con la comunità scientifica. Diverse riviste autorevoli hanno criticato questa cosa” ha concluso.