“Non credo ci sia il rischio che l’avvio della vaccinazione anti Covid induca le persone ad abbassare la guardia. Sarebbe sbagliato perché la vaccinazione non risolverà nulla prima della fine dell’anno prossimo”.
Lo ha detto all’Adnkronos Salute l’immunologa Antonella Viola, docente di Patologia generale del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova.
Il vaccino, ha sottolineato, “non è una patente per sentirsi liberi di non rispettare le misure preventive” e “anche chi si vaccina deve continuare a usare mascherina e distanziamento”.
In un post pubblicato sul proprio profilo Facebook, Viola ha scritto che questa importante tappa “ci ricorda il ruolo della ricerca scientifica nella nostra società” infatti “la battaglia contro i microbi l’abbiamo quindi
vinta grazie al nostro ingegno, che ci ha permesso di spostarci su un terreno di gioco a noi favorevole: quello della scienza. E sempre grazie alla scienza ci libereremo anche di questo nuovo coronavirus”.
“Sarebbe utile, in vista delle prossime emergenze che già bussano alle nostre porte – prime tra tutte, il cambiamento climatico e la crescente resistenza dei batteri agli antibiotici – che questa lezione non venisse dimenticata e che il nostro Paese iniziasse a rivedere completamente il suo rapporto con la ricerca e i ricercatori” ha precisato.
“C’è qualcosa di simbolico anche nella scelta di iniziare la campagna di vaccinazione con gli operatori sanitari” perché “questa scelta ci ricorda l’abnegazione e la serietà con cui tutto il personale sanitario ha lavorato nei mesi passati. E ci deve richiamare alla necessità di rivedere la nostra programmazione in termini di spesa sanitaria, di formazione di medici e infermieri, di organizzazione della medicina del territorio” ha spiegato l’esperta.
Un altro elemento simbolico “più forte sta nella decisione di far partire la campagna di vaccinazioni insieme agli altri Stati europei. Bisogna riconoscerlo: l’Europa non esce bene da questa crisi” ed “è apparsa lenta e distante anche nelle ultime settimane, quelle dedicate alla valutazione dei documenti relativi alle autorizzazioni dei vaccini. Ecco che la scelta di procedere con maggiore celerità verso l’approvazione di un vaccino, peraltro già approvato un po’ ovunque, per arrivare alla vaccinazione dimostrativa entro la fine dell’anno è importante. Ma, oltre alla tempistica, è ancora più importante l’esserci arrivati tutti insieme.
Perché se qualcosa abbiamo imparato da questa tragedia che ci ha colpito così duramente è che non siamo isole ma tutti – persone, Comuni, Regioni, Stati – un frammento di un grande, unico mondo globalizzato” ha scritto ancora.