Covid, l’infettivologo Massimo Andreoni: ‘Con il programma attuale, in estate avremo vaccinato solo un italiano su 3’

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“Così la copertura al 70 per cento diventa un miraggio”.

Intervistato da Il Messaggero, l’infettivologo Massimo Andreoni, direttore clinica malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali), ha lanciato l’allarme sui ritardi del vaccino anti-Covid.

“Con il programma attuale rischiamo di arrivare all’estate con una vaccinazione sulla popolazione che è inferiore al 30 per cento”, ha aggiunto l’esperto sottolineando che “stanno emergendo numerose difficoltà che certamente andavano analizzate molto tempo addietro, per poter poi trovare soluzioni prima dell’inizio della campagna vaccinale”.

Secondo Andreoni, “on avere chiaro un piano vaccinale preciso anche nelle diverse condizioni che si vengono a realizzare è deprecabile. Poi è chiaro che alcune situazioni sono difficilmente preventivabili. Come, per esempio, dare per scontato che la Pfizer produca decine di milioni di vaccini e poi invece dover fare i conti con il fatto che la multinazionale si trova in difficoltà e non riesce a mantenere la richiesta. Si può anche preventivare però che un percorso non ancora completato, come quello della registrazione del vaccino di Astrazeneca, possa richiedere più tempo di quello che serve”.

Il problema, quindi, secondo l’infettivologo è che “la predisposizione della campagna vaccinale deve essere fatta anche in previsione di scenari diversi. Noi non possiamo aspettare che il vaccino di Astrazeneca venga autorizzato per iniziare a organizzarci. Ci sono vaccini diversi che richiedono strategie diverse. Dobbiamo già essere pronti a conoscerli e a utilizzarli”.

Anche le Regioni, non sono esenti da colpe: “Noi abbiamo saputo con largo anticipo quali erano le quantità di vaccino che sarebbero arrivate a ciascuna di loro, quindi è sicuramente grave che a livello regionale, avendo ormai tutti gli elementi per avviare un programma vaccinale ben fatto, ci siano alcune aree che sono estremamente indietro. Certamente preoccupa in modo particolare che le Regioni del nord, le quali hanno pagato maggiormente un grande tributo per questo tipo di malattia, la campagna vaccinale proceda in maniera lenta” ha osservato Andreoni.

L’esperto, dunque, ha sottolinea che “ci sono numerosi aspetti che devono ancora essere definiti e risolti. Mi riferisco alla carenza del personale medico e al fatto di non avere ancora a disposizione protocolli avviati per la profilassi. E questo preoccupa perché oggi stiamo ragionando sulla vaccinazione sostanzialmente rivolta agli operatori sanitari e alle Rsa, che sono quindi facilmente individuabili. Ma se dovessimo pensare di avviare una vaccinazione destinata a tutta la popolazione, le carenze di organizzazione che stiamo riscontrando ora sarebbero ancora maggiori. Ripeto, è un ulteriore elemento di preoccupazione vedere l’impreparazione da parte di alcune Regioni”.

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