Da lunedì cinque regioni saranno in fascia arancione e da sabato 16 gennaio entrerà in vigore il nuovo Dpcm.
Gli scienziati italiani hanno sottolineato che “il contesto europeo caratterizzato da un nuovo aumento nel numero di casi in molti Paesi Europei e la circolazione di varianti virali con una potenziale maggiore capacità di trasmissione”. Per questo l’Iss ha avvertito: “L’epidemia si trova, in una fase delicata che sembra preludere ad un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti”.
L’ordinanza firmata dal ministro della salute Roberto Speranza, farà sì che da lunedì entrino in fascia arancione la Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna, la Sicilia e la Calabria. Ma anche nel resto dell’Italia la situazione è critica perché “c’è un incremento della velocità di crescita dei casi e l’età media di chi si contagia e di chi purtroppo muore resta costante”, ha detto il presidente dell’Istituto Silvio Brusaferro.
Verranno monitorate attentamente il Friuli Venezia Giulia, il Piemonte, Bolzano, Trento, la Puglia e l’Umbria: “Il Lazio è ancora in fascia gialla. Grazie ai cittadini per il rispetto delle regole. Siamo l’unica regione italiana a non avere mai cambiato colore. Ora non abbassiamo la guardia! Solo in questo modo potremo contenere la diffusione del Covid fino alla vaccinazione di massa”, ha commentato il presidente del Lazio Nicola Zingaretti.
Il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia ha confermato che “con il sistema delle fasce teniamo il Paese in sicurezza ed evitiamo il lockdown”, nonostante ciò, il governo ha deciso di aggiungere nuove restrizioni che verranno inserite nel nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio.
La circolazione tra le Regioni – anche quelle in fascia gialla – rimarrà vietata se non per motivi di lavoro, salute, urgenza.
Nelle regioni arancioni, dovrebbe continuare a valere la deroga che consente a chi abita nei comuni con un massimo di 5.000 abitanti di spostarsi, ma solo in un raggio di 30 chilometri e senza andare nei capoluoghi di provincia. In quelle rosse si pensa invece di consentire le visite a parenti e amici a due adulti con minori di 14 anni e persone disabili per fare visita a parenti e amici.
Sembra inoltre che il governo stia valutando di chiudere, anche nelle regioni gialle, i ristoranti e bar alle 18, consentendo dopo questo orario soltanto l’asporto di cibi e bevande e la consegna a domicilio. Su questo la discussione è comunque ancora in corso anche con le associazioni di categoria.
Per quanto riguarda le piscine e le palestre, nei prossimi giorni arriveranno le linee guida, al momento pare che dal confronto tra il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e il Cts è emersa la possibilità di consentire l’apertura almeno per le lezioni individuali.