«I dati che mi mandano da ambienti sindacali sulle infezioni nel personale delle materne e degli asili nido sono dati non discutibili. E indicano che la situazione impone un’attenzione per quanto riguarda il personale delle scuole, docente e non».
Queste le parole di Massimo Galli, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano durante la trasmissione Agorà, su Rai 3.
Quello scolastico «è un ambito epidemiologicamente rilevante per quel che succede prima, dopo e, in alcune situazioni, come nelle materne, anche durante le lezioni», ha spiegato l’infettivologo, visto che «non si può far portare la mascherina ai bambini così piccoli». Bisogna considerare, inoltre, ha precisato, «che non abbiamo un vaccino per persone sotto i 16 anni» e «che bambini e giovani, in genere meno attenti ai comportamenti, sono un contesto importante in cui l’infezione si diffonde, anche se, di fatto, si infettano e si ammalano meno facilmente degli adulti».
«Stanno vaccinando chi è guarito dal Covid, sono fuori di me. L’idea dei colori è sbagliata, è fallito l’obiettivo di contenere l’infezione. Come si apre, il virus rialza la testa. Francia e Spagna meno colpite di noi? Succedeva la stessa cosa qualche mese fa, erano avanti a noi di 2 settimane. Questi continui “Stop and go” non aiutano, poi c’è qualche variante che non invita a grande ottimismo. Il vaccino è una exit strategy, oltre alle misure di contenimento», ha osservato ancora Galli.
«Io non ho notizie dirette perché non ho avuto direttamente casi di questo tipo, però cominciano a esserci delle segnalazioni di qualche effetto collaterale in più per i vaccinati che avevano già avuto l’infezione», ha spiegato poi Galli all’Adnkronos, precisando che «magari anche semplicemente disturbi nel sito di inoculo. Ma se uno ha già un’immunità attivata, e tu gli fai il vaccino che gliela attiva ancora di più è più facile che a distanza anche di un tempo ragionevole ci sia un po’ di reazione, perché quella persona l’immunità attivata contro Sars-CoV-2 ce l’ha già».