Covid, report Iss: ‘L’indice Rt aumenta e sale a 1.09: rischio di una epidemia non controllata’

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«Nel periodo 23 dicembre 2020-5 gennaio 2020 l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1.09 (range 1.04-1.13), in aumento da 5 settimane. Questo si realizza in un contesto caratterizzato da un aumento nel numero di casi in molti Paesi europei e dalla circolazione di varianti virali con una potenziale maggiore capacità di trasmissione».

Lo si legge nella bozza del report di monitoraggio di Istituto superiore di sanità (Iss) e ministero della Salute sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia.

«Si osserva un aumento complessivo del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese, dovuto a un aumento diffuso della probabilità di trasmissione di Sars-Cov-2 in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni e province autonome», scrive ancora l’Iss, che aggiunge: In Italia «11 Regioni/Province autonome sono classificate a rischio alto (contro 12 della settimana precedente), 10 a rischio moderato (di cui 4 ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e nessuna a rischio basso».

«Sono 9 le Regioni (Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta) che hanno un Rt puntuale maggiore a uno nel limite inferiore, compatibili con uno scenario tipo 2. Altre 10 hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno ma sono tutte, tranne una, con un Rt medio sopra uno o appena sotto», fa sapere l’Iss.

«Si osserva, per la seconda settimana consecutiva, un aumento dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni (368,75 per 100.000 abitanti nel periodo 28 dicembre 2020-10 gennaio 2021, contro 313,28/100.000 nel periodo 21 dicembre-3 gennaio). Si evidenzia, in particolare, il valore elevato di incidenza nella settimana di monitoraggio (4-10 gennaio) nella Regione Veneto (365,61 per 100.000), nella Provincia autonoma di Bolzano (320,82), in Emilia Romagna (284,64) e in Friuli Venezia Giulia (270,77)”. “L’incidenza su tutto il territorio – sottolineano gli esperti – è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in 7 giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate», si legge ancora nel rapporto.

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