“Ieri c’è stata una svolta nell’indagine per il crollo del ponte Morandi che ha causato la morte di 43 persone. La Procura, infatti, ha deciso di contestare agli oltre 70 indagati anche l’accusa di “rimozione ed omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro” che prevede una pena fino a 10 anni”.
Così il Vice Ministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni in un post sulla propria pagina Facebook.
“E’ stato evidenziato come Aspi abbia scelto di non installare sul ponte un sistema di sensori che avrebbero certamente potuto prevedere le criticità del viadotto mentre i pochi sensori presenti, tranciati dall’installazione del carroponte, non sono mai stati sostituiti o riparati”, ha aggiunto.
“Secondo la ricostruzione dei finanzieri, i sensori, un anno prima della loro rottura, avevano fornito i dati con cui era stato stilato, nel 2014, il documento in cui fu scritto che il ponte Morandi era a ‘rischio crollo’, unico viadotto in tutta Italia a riportare quella dicitura. Una circostanza che potrebbe portare alla contestazione del dolo eventuale e non più a una contestazione colposa.
Le accuse nei confronti di ASPI diventano sempre più pesanti. Se c’è il dolo, la posizione della società dei Benetton diventa gravissima. Per gli inquirenti, infatti, quel documento dimostrerebbe che la società era a conoscenza dei rischi e che non fece nulla.
Chi proteggeva o continua a proteggere la famiglia Benetton dovrebbe farsi un bell’esame di coscienza”, ha concluso il portavoce alla Camera del MoVimento 5 Stelle.
Prima che con la scusa della pandemia questo governo se ne deve andare altrimenti l’Italia non si rialzerà più