“Chiunque partecipa al festival, o come cantante, o come pubblico pagato, viene legato all’organizzazione da un rapporto giuridico contrattuale. Se si determina un danno da Covid, perché l’organizzazione sia responsabile bisogna dimostrare che non abbia adottato tutte le misure idonee”.
Lo ha spiegato all’Adnkronos l’avvocato Giorgio Assumma, esperto di diritto d’autore ed ex presidente della Siae.
“Come da prescrizioni legislative qualora un cantante risultasse positivo al Covid-19 – ha sottolineato l’avv. Franca Vianello dello studio legale internazionale Rödl & Partner – come succede per qualsiasi altra persona, andrebbe immediatamente isolato e posto in quarantena. Non esiste, infatti, nessuna deroga per chi lavora nel mondo dello spettacolo ad esibirsi ugualmente, e questo in automatico potrebbe costringerlo ad abbandonare la competizione”.
“Il concorrente – ha proseguito l’avvocato – potrebbe, in linea teorica, rivalersi sull’organizzazione, facendogli causa, ma soltanto qualora il contagio fosse dipeso dal mancato rispetto da parte di quest’ultima delle norme sanitarie anti- contagio atte a garantire la sicurezza dei cantanti in gara”. Qualora il contagio “dovesse dipendere dal mancato rispetto da parte del conduttore di tutte le cautele per non ammalarsi – ha osservato l’esperto legale di Rödl & Partner – può essere la Rai a rivalersi legalmente su Amadeus, salvo diversi accordi contrattuali”.
“Che siano spettatori reali o a contratto, il teatro Ariston per le sue ridotte dimensioni è un luogo ideale per la diffusione del virus, nonostante l’organizzazione possa aver predisposto tutti i protocolli sanitari necessari -dicono gli esperti legali – Questa situazione potrebbe permettere la diffusione del virus anche tre le maestranze dell’evento, nonché i musicisti dell’orchestra” e “se un membro dell’orchestra dovesse risultare positivo è chiaro che dovrà essere sottoposto a quarantena”, ha aggiunto il legale. Il vero problema “nasce per i colleghi, visto che le distanze ridotte tra i musicisti e l’assenza di mascherine, condizione inevitabile per suonare gli strumenti a fiato, rappresentano una via di diffusione privilegiata per il virus”.