Di Battista: «È partita la “rappresaglia” mediatica contro di me dai giornali berlusconiani»

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Di-Battista

«È partita la “rappresaglia” mediatica contro di me dai giornali berlusconiani. Per quale ragione? Per articoli come questo! Qui ho messo in fila fatti. Solo fatti provati e sentenze. Il quadro è da film horror. Soprattutto in virtù del fatto che un partito come Forza Italia (nato con determinati presupposti, con determinate relazioni e con determinati obiettivi), probabilmente, nelle prossime ore, tornerà al governo del Paese».

Così in un post su Facebook l’ex deputato del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista, condividendo il link ad un articolo intitolato “Memoria dell’Italia moderna: storia della condanna di Dell’Utri (di A. Di Battista)”.

Nel pezzo rilanciato da Di Battista si legge che «sono passati sette anni dalla condanna di Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Sette anni non sono pochi, soprattutto nell’era dell’infodemia, ovvero il bombardamento quotidiano di informazioni, molte delle quali del tutto effimere, al quale siamo sottoposti».

«Per questo gran parte della pubblica opinione l’ha dimenticato, come ha dimenticato (e probabilmente in molti non le hanno mai conosciute) le ragioni di tale condanna. Dell’Utri è stato condannato per aver contribuito agli obiettivi criminali della mafia. In sostanza, pur non prendendo parte direttamente all’organizzazione mafiosa, le sue scelte, le sue azioni, i suoi suggerimenti e le sue relazioni hanno permesso il rafforzamento di Cosa Nostra, ovvero l’organizzazione criminale che ha fatto saltare in aria Falcone e Borsellino», spiega Di Battista nell’articolo.

«Non è accettabile dividere questioni economiche da questioni morali. Perché nella nostra Italia vi sono stati esempi virtuosi. Imprenditori che non hanno chiuso solo per scelte politiche sbagliate o per la sistematica distruzione della classe media della quale, molti neo-salvatori, sono stati artefici. No. Hanno chiuso perché sono stati assassinati per essersi opposti al pizzo. E l’hanno fatto mentre un imprenditore che oggi viene ricevuto con tutti gli onori nelle stanze del potere romano non ha fatto altro che pagare, pagare e ancora pagare. Ed oggi rischia di tornare al governo del Paese», conclude Di Battista.

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