“Il decreto Salva Banche si poteva evitare! Sentenza storica contro la Commissione europea. Lo Stato Italiano, la Banca popolare di Bari, e la Banca d’Italia han fatto ricorso contro una decisione della commissione Europea che ha impedito al Fondo di tutela dei depositi e dei risparmi di intervenire nel salvataggio di Banca Tercas”.
È quanto si legge in un post pubblicato da Daniele Pesco sul proprio profilo Facebook.
“Quella decisione – ha sottolineato il Senatore del Movimento 5 Stelle – ha impedito altri interventi del Fitd obbligando l’allora governo a intervenire con il cosidetto decreto Salva banche ponendo 4 banche regionali in risoluzione con tutte le conseguenze che ben conosciamo”.
“La corte Europea per ben due volte ha dato ragione all’Italia e quindi parrebbe che la commissione europea sia responsabile dei danni cagionati a Stato, banche e cittadini. Come la mettiamo? Pagherà la commissione per i danni subiti in primis dai risparmiatori? Una mozione depositata dalla collega Laura Bottici impegna il governo ad attivarsi per ottenere in sede europea il risarcimento dei danni” ha concluso.
Respinto il ricorso della Commissione Europea sulla sentenza Tercas. Raduzzi (M5S): ‘Vittoria enorme! Chi ha sbagliato si dimetta e risarcisca per il danno’
“Respinto il ricorso della Commissione Europea sulla sentenza Tercas. Adesso chiedete scusa all’Italia. Chi ha sbagliato si dimetta e risarcisca per il danno causato!”.
Così Raphael Raduzzi in un post pubblicato sul proprio profilo Facebook.
“Vittoria enorme! La Corte di giustizia europea ha respinto il ricorso della Commissione europea confermando che il salvataggio di Banca Tercas ad opera del Fitd (Fondo interbancario per la tutela dei depositi) non fu aiuto di stato. L’Italia e le migliaia di risparmiatori azzerati dal giorno alla notte adesso si aspettano delle scuse e delle risposte. I responsabili politici ed istituzionali dei danni causati al sistema bancario italiano devono dimettere” ha ribadito il deputato del Movimento 5 Stelle.
“Ricapitoliamo cosa è successo. Nel 2012 Banca Tercas entra in crisi e la Banca Popolare di Bari, che vantava verso di essa un credito di 480 milioni, si dichiara disposta ad assorbire Tercas con l’aiuto del Fitd. Il compito del Fitd è proprio quello di garantire i correntisti (fino a 100 mila euro a conto) e per questo decide di intervenire a sostegno di Tercas, dato che spesso liquidare una banca e risarcire i correntisti costa di più che ricapitalizzarla per evitarne la crisi. E così nel luglio 2014, Banca d’Italia autorizza la ricapitalizzazione di Tercas con 330 milioni da parte del Fitd” ha ricordato Raduzzi.
“Ed è qui che entrano in gioco la Commissione europea e il Governo Renzi. Per bocca del commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager, nella primavera 2015 la Commissione inizia a contestare l’operazione e dichiara l’intervento “aiuto di Stato” nel dicembre 2015. Una follia totale. Le risorse del Fitd sono infatti private, per quanto le banche siano obbligate ad alimentarlo, e il consiglio di amministrazione del Fondo aveva deciso in autonomia di intervenire, pur coordinando la sua azione con Banca d’Italia e Tesoro” ha proseguito l’esponente pentastellato.
“Difatti il problema sarà poi immediatamente aggirato con la creazione di uno “schema volontario” all’interno dello stesso fitd che ricapitalizza Tercas coi 330 milioni. Il ritardo di mesi provocato dalla Commissione causerà tuttavia ingenti danni alla Popolare di Bari. Il dramma però si era ormai consumato. Con il decreto legge del 22 novembre del 2015 il governo Renzi, andando pedissequamente dietro le indicazioni della Commissione, applica il principio del “burden sharing” a quattro banche popolari in dissesto (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara), scegliendo vigliaccamente di non ricorrere al Fitd e azzerando i risparmiatori obbligazionisti delle medesime banche. Il Fitd chiede di intervenire ma gli viene impedito, con la minaccia della Commissione europea di giudicare l’intervento come aiuto di stato” ha aggiunto.
“Il resto della storia la conosciamo. Una tragedia senza precedenti che ha causato un danno enorme all’Italia, al suo sistema bancario e a migliaia di risparmiatori.
La sentenza di oggi certifica in modo inequivocabile le gravissime responsabilità di chi si macchiò di una decisione tanto scellerata. Chi ha sbagliato deve pagare. Chi è stato danneggiato deve essere risarcito” ha concluso Raduzzi.