Locatelli (Css): «Chi rifiuta la vaccinazione con AstraZeneca sarà ricontattato per un’altra tipologia di vaccino»

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«Chi rifiuta la vaccinazione con AstraZeneca sarà ricontattato per un’altra tipologia di vaccino», ma soltanto «successivamente nel tempo».

Lo ha reso noto il presidente del Consiglio superiore di Sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta venerdì al Ministero della Salute.

Locatelli ha ricordato come siano «state date ad oggi indicazioni per un uso preferenziale dei vaccini a mRna per gli over-80, personale sanitario o Rsa e soggetti estremamente vulnerabili».

Il nostro paese ha deciso di non seguire la linea adottata dall’Alta autorità per la Salute della Francia di vietare il vaccino Astrazeneca agli under 55 in quanto – hanno sottolineato da Parigi – l’Ema «ha identificato un possibile aumento di rischio di coagulazione intravascolare disseminata e di tromboflebite cerebrale nelle persone di meno di 55 anni».

Secondo l’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) invece, «non ci sono motivi» per somministrare il vaccino soltanto a una fascia di età superiore.

«Le autorità regolatorie nazionali hanno un loro grado di autonomia per decidere restrizioni d’uso. Noi abbiamo valutato e non riteniamo che sussistano motivazioni per procedere ad una restrizione di impiego d’uso del vaccino AstraZeneca», ha affermato Locatelli.

«Abbiamo valorizzato il principio della massima precauzione arrivando alla sospensione temporanea del vaccino di AstraZeneca» – ha spiegato Locatelli – «È stato valutato che su 20 mln di persone vaccinate in Ue e Gb non ci sono evidenze che il vaccino AstraZeneca, che copre al 100% per forme gravi, incrementi il rischio di complicanze tromboemboliche. In tutto ci sono 25 casi trombotici su 20 mln di vaccinati e non è dimostrabile un nesso di causalità e ricordiamo che l’infezione Covid è assai più pericolosa anche per questo tipo di infezioni».

«Nonostante i pronunciamenti di Ema vi sarà un’attenzione e saranno condotti ulteriori studi per chiarire i determinismi alla base degli eventi trombotici rari. Il nostro Paese ha tutti gli strumenti per approfondire pur a fronte dell’estrema rarità degli eventi, proprio perchè non si vuole trascurare nulla. Tali valutazioni saranno anche condotte creando gruppi di lavoro in Aifa», ha detto ancora l’esperto.

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