«Il MoVimento 5 Stelle e Giuseppe Conte l’hanno sempre detto. Adesso anche Mario Draghi ribadisce che il MES non è una priorità. In questo momento l’Italia si finanzia sui mercati a tassi d’interesse bassissimi».
Così su Facebook il deputato del Movimento 5 Stelle, Michele Gubitosa.
«Che senso ha legarsi mani e piedi ad uno strumento ormai anacronistico?» ha domandato il parlamentare pentastellato, ricordando che «per mesi insieme a Giuseppe Conte abbiamo ribadito questa posizione, nonostante i numerosi attacchi contro di noi».
«Siamo lieti di constatare che oggi nessuno polemizza, nessuno ne fa una questione di vita o di morte, nessuno contesta Mario Draghi e tutti sono allineati alle nostre idee di buonsenso», ha concluso.
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Governo Draghi, Di Marco (M5S): «Mes non è priorità, decreto copia-incolla, conferenze di notte e ritardi: esattamente come Conte. Ma ora va tutto bene?»
«- La prima conferenza stampa di Draghi in ritardo di più di due ore.
– Il decreto sostegni di Draghi è praticamente un copia incolla del decreto ristori di Conte.
– Draghi ha dichiarato che “il Mes non è una priorità”. Esattamente come Conte.
– Draghi ha mantenuto lo schema delle zone colorate in base ai 21 parametri delle regioni. Esattamente come Conte
Quindi, conferenze fatte di notte, per limare gli accordi in maggioranza, oppure i ritardi non sono più un problema?
Adesso va tutto bene?»
Lo ha domandato su Facebook il deputato del Movimento 5 Stelle, Nicola Di Marco.
«Conte per queste cose veniva definito da certa stampa, da Salvini a Renzi, un incapace che aveva istituito una dittatura sanitaria.
La domanda sorge spontanea: se Draghi, al netto delle poltrone, ha mantenuto finora la stessa gestione della pandemia di Conte, è anche lui un incapace?? O forse quelle de partiti e della stampa erano tutte balle?» ha scritto ancora il parlamentare 5Stelle, riportando poi un articolo del Fatto Quotidiano che spiega come il nome del decreto del governo Draghi è cambiato – non più “Ristori”, ma “Sostegni” e «il resto è quasi uguale e non poteva essere altrimenti visto che la cifra per ora è quella approvata dal governo Conte (32 miliardi di maggior deficit) e non potrà che deludere chi aspetta quei soldi da mesi. In attesa del prossimo scostamento di bilancio, il governo Draghi ieri sera – casino compreso – ha fatto insomma più o meno quel che si faceva prima, ma sconta la perdita di tempo e le attese messianiche di cui è stato caricato dai media».
«Gli aiuti ad aziende e partite Iva in senso stretto costano invece 11 miliardi sui 32 totali, più altri 600 milioni che saranno gestiti dalle Regioni per aiutare il turismo invernale e categorie ad hoc. Intanto i tempi: questo decreto, annunciato per inizio gennaio e bloccato dalla crisi del governo giallorosa, arriva al traguardo dopo un mese dall’insediamento di Draghi, nonostante sia in larga parte simile a quello che Daniele Franco ha trovato entrando al Tesoro. Le imprese avranno due mesi di tempo per fare le domande, ma la piattaforma sarà quella già usata dell’Agenzia delle Entrate e i bonifici dovrebbero partire relativamente presto (dall’8 a fine aprile)», si legge ancora nell’articolo.