Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha fatto sapere che la riforma di Quota 100 “non diventerà un tema di priorità politica finché non avremo avviato il lavoro su altre due questioni in questo momento più importanti, ovvero la riforma degli ammortizzatori e l’avvio di un confronto con le regioni sulle politiche attive”.
Non sono dello stesso avviso le parti sociali. Infatti, i segretari confederali di Cgil e Cisl, Roberto Ghiselli e Ignazio Ganga, chiedono di mettersi subito al lavoro perché da affrontare non c’è solo la problematica di Quota 100, in scadenza a fine 2021, ma un intero sistema previdenziale da ridefinire.
“Tanti lavoratori e lavoratrici – ha spiegato Ignazio Ganga – si chiedono con preoccupazione quali saranno le regole per andare in pensione dopo la scadenza di quota 100 a dicembre 2021. La situazione determinata dal protrarsi della crisi pandemica aumenta lo stato di incertezza ed è importante che il Governo, accanto alla gestione dell’emergenza, dia la disponibilità a ragionare sui vari problemi della previdenza a partire da quello relativo alla flessibilità per accedere alla pensione fino al tema delle rivalutazioni dei trattamenti in essere”.
Per Roberto Ghiselli della Cgil è invece necessario riavviare le due commissioni sui lavori gravosi e la separazione tra previdenza e assistenza, per definire “un organico intervento normativo” che possa partire dal 2022, alla scadenza di Quota 100.
“Vorremmo capire dal nuovo Governo – ha detto ancora Ghiselli – se condivide l’idea di un intervento complessivo sulla previdenza che affermi la flessibilità in uscita, per noi dopo 62 anni o con 41 anni di contributi, che affronti il tema della prospettiva previdenziale dei giovani, la possibilità di andare in pensione in anticipo per chi ha fatto lavori gravosi e di cura, per le donne, e la tutela del potere d’acquisto delle pensioni. Se questi sono i temi da affrontare siamo già in ritardo e non c’è altro tempo da perdere”.