Covid, Bill Gates: ‘Torneremo alla normalità entro la fine del 2022 grazie ai vaccini’

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Secondo Bill Gates, “il mondo dovrebbe tornare alla normalità entro la fine del 2022 grazie ai vaccini Covid-19”.

In occasione della presentazione del suo ultimo libro, “Come salvare il mondo da una catastrofe climatica. Soluzioni che abbiamo già, cambiamenti di cui abbiamo bisogno”, gli è stato chiesto di commentare la situazione pandemica: “Questa è una tragedia incredibile”, ha detto, aggiungendo che l’unica buona notizia è stata l’inizio della campagna vaccinale.

Quanto detto dal fondatore di Microsoft è stato riportato dal quotidiano polacco Gazeta Wyborcza e dall’emittente televisiva TVN24.

“C’erano persone come me che avvertivano e dicevano che c’era qualche rischio di una pandemia, e che con un piccolo costo potevamo prepararci ed evitare il problema. Ma sfortunatamente questi investimenti consigliati non sono stati effettuati. In caso di catastrofe climatica, il numero di morti all’anno sarà parecchie volte superiore a quello che vediamo durante la pandemia” ha aggiunto Gates, nel corso dell’intervista rilasciata a Dorota Wysocka-Schnepf (Gazeta Wyborcza) e Piotr Kraśka (TVN 24)

“Entro la fine del 2022 dovremmo essere sostanzialmente tornati alla normalità”, ha detto Gates, confermando le stime che aveva fatto lo scorso settembre sulla pandemia, sul vaccino e sull’impatto che avrebbe avuto sui Paesi ricchi e soprattutto su quelli poveri. “Nel 2022 finiranno i decessi, ma serviranno fra due e tre anni per sanare i danni alla salute globale. Per sanare quelli economici, i Paesi che non possono aumentare il debito avranno bisogno di un decennio”, aveva dichiarato.

“Mi chiedo come abbiano scoperto il mio complotto… Questa storia è così bizzarra, che quasi dovrebbe essere trattata con umorismo. Però è un problema molto grave, perché se ci accusi di fare cose diaboliche limiti il nostro lavoro. Poi la gente non mette le mascherine o rifiuta il vaccino. Per raggiungere l’immunità servirebbe che lo facesse almeno il 60 per cento della popolazione, ma sarebbe meglio l’80 o il 90 per cento. Negli Usa, però, il 40 per cento della popolazione non è convinta. Ironicamente, in maggioranza sono elettori repubblicani”, disse all’epoca, ma lo conferma pure ora.

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