Ha minacciato un motociclista di portarlo in carcere, dopo che il centauro gli ha chiesto informazioni stradali.
Un vigile urbano, Sergio D’Avossa, 48 anni, dopo aver avuto una colluttazione con il motociclista, per nascondere l’accaduto, ha chiesto ad una collega, Lola Rocco, 59 anni, di falsificare il verbale.
I due vigili sono stati condannati a un anno e otto mesi con le accuse di abuso d’ufficio, falso e calunnia. Determinanti, per inchiodare gli imputati, sono state le dichiarazioni di tre loro colleghi, che nel processo hanno confermato il racconto del motociclista aggredito.
I fatti risalgono al 21 settembre del 2014, alla fine della partita Roma-Cagliari. Giancarlo Riccardo, 55 anni, alla guida della sua moto a corso Francia insieme alla fidanzata, si accosta per chiedere un’informazione ad una pattuglia di vigili. Il poliziotto in questione è Sergio D’Avossa che – secondo i giudici della prima sezione del Tribunale nelle motivazioni della sentenza – risponde: “Non sono l’ufficio informazioni, fammi la domanda di spalle, vediamo se rispondo”.
Il motociclista fa notare al vigile il tono sgarbato, la fidanzata manifesta l’intenzione di voler chiamare il 113. D’Avossa perde il controllo e intima al motociclista: “Dammi i documenti che ti porto in galera”. I due si scontrano fisicamente, senza gravi conseguenze, anche perché nel frattempo interviene un’altra pattuglia, allertata da un terzo vigile, preoccupato dalla piega presa dalla situazione. Con l’arrivo di altri agenti, il motociclista riparte.
Al momento di redigere il verbale, Lola Rocco scrive che il centauro ha aggredito D’Avossa. Atto falso in quanto, secondo i giudici, entrambi sono consapevoli dell’innocenza di Riccardo. Il Tribunale ha concesso a entrambi le attenuanti generiche perché, è scritto nelle motivazioni, “è da ritenersi con tranquillizzante certezza che gli imputati non commetteranno altri reati”.
