Giuseppe Conte: archiviata l’indagine sull’uso della scorta da parte della sua compagna

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Il Tribunale dei ministri ha archiviato il procedimento che vedeva indagato per peculato l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in relazione all’uso della scorta.

Il fascicolo era stato aperto dai pm della procura di Roma dopo che, Fratelli d’Italia, aveva denunciato un episodio avvenuto il 26 ottobre, quando la scorta dell’allora premier era intervenuta per fare uscire da un supermercato Olivia Palladino, compagna di Conte, vista la presenza all’esterno di Filippo Roma, un inviato della trasmissione televisiva le Iene.

I pm, dopo avere iscritto l’ex premier, avevano inviato gli atti al Tribunale dei Ministri, come da prassi. L’accusa ipotizzata non era abuso d’ufficio ma peculato perché secondo il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pubblico ministero Carlo Villani, che avevano interrogato l’inviato delle iene Filippo Roma e acquisito alcuni video, l’ex presidente del Consiglio avrebbe “prestato” la sua scorta alla compagna.

Il peculato, previsto dall’articolo 314 del codice penale, è il reato che commette il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che ha il possesso di denaro o di altra cosa mobile altrui e se ne appropria ovvero ne fa un uso personale, ed è punito con la reclusione da quattro a dieci anni e mezzo.

In realtà, il 26 ottobre la compagna del premier era in giro sotto casa quando venne fermata dal giornalista de Le Iene, che le voleva chiedere un commento sul padre, Cesare Paladino, sul patteggiamento per il mancato versamento della tassa di soggiorno in un hotel di cui è proprietario. La donna, per evitare di rispondere, si rifugiò in un supermercato a qualche centinaio di metri da Palazzo Chigi e poco dopo alcuni agenti della scorta del capo del governo arrivarono per “metterla in salvo”.

Successivamente, la Procura di Roma aveva ricevuto l’esposto di Roberta Angelilli di Fratelli d’Italia che segnalava l’episodio e ipotizzava “un uso improprio” della scorta da parte di Conte. Secondo una relazione del ministero dell’Interno, gli uomini della scorta erano in “servizio di osservazione e controllo” e vista la confusione generata nel supermercato, l’agente avrebbe aiutato la donna ad uscire e lei sarebbe rientrata a casa senza salire sull’auto blu. La relazione precisava che il premier non ha avuto alcun ruolo nella vicenda, di cui è stato informato solo successivamente. Nell’informativa del Viminale si sosteneva anche che un agente si trovasse sotto l’abitazione di Olivia Paladino perché Conte si trovava nell’appartamento.

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