“Sono ottimista”.
Così si è detto Albert Bourla il presidente e amministratore delegato di Pfizer in un’intervista al Corriere e ad altri tre quotidiani europei, alla domanda se un ritorno alla normalità in autunno sia realistico.
“Lo vediamo dall’esempio di Israele. Israele è un Paese piccolo, con i confini chiusi. I movimenti in entrata e in uscita sono limitati e la popolazione vive in uno stato di guerra quasi continuo, dunque sa come rispondere rapidamente a una crisi. Ma lì siamo riusciti a dimostrare al mondo intero che c’è speranza. Quello era il senso dello studio sui dati israeliani. Sapevamo che l’euforia dopo i primi vaccini sarebbe venuta meno quando, mese dopo mese, la gente vede che la vita non cambia molto. Ma in Israele si vedono i veri effetti del vaccino: quando copri una parte importante della popolazione, diventa possibile tornare quasi alla vita di prima. Il punto è quando si riesce a vaccinare la gente. Ma dal nostro punto di vista, sono ottimista: consegneremo numeri importanti di dosi” ha spiegato.
Circa una previsione su quando in Europa riusciremo a essere tutti vaccinati, ha risposto: “Non posso parlare per le altre aziende farmaceutiche. Noi stiamo programmando di aumentare drasticamente le nostre forniture di vaccini ai Paesi europei nelle prossime settimane. In questo trimestre consegneremo oltre quattro volte di più di quanto abbiamo fatto nel primo trimestre: 250 milioni di dosi, dopo averne date 62 fino a marzo. E siamo in discussioni per fare di più. Ho fiducia che ci riusciremo. Certo, c’è sempre la possibilità che qualcosa vada storto, come si vede dai problemi che stanno avendo altre aziende. Qualche questione può sempre sorgere, quando hai a che fare con la manifattura complicatissima di prodotti biologici. Ma sono ottimista, ho fiducia, perché finora abbiamo prodotto tantissimo ed è andata a buon fine quasi nel 100 per cento dei casi. Non ci sono stati lotti da buttare. Il nostro processo produttivo si è dimostrato stabile e affidabile”.
“Sapendo che possiamo riprendere rapidamente controllo di qualunque variante e che abbiamo un efficacia del vaccino almeno al 95 per cento, credo che questa diventerà come un’influenza. Ci vaccineremo e vivremo pienamente le nostre vite. Certo, questa è solo la mia stima. Le cose possono cambiare. Ma sulla base di tutto quel che ho visto, questo è lo scenario più probabile” ha detto ancora.