Covid, Crisanti: «Riaprire ad aprile è una stupidaggine epocale»

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“Purtroppo l’Italia è ostaggio di interessi politici di breve termine, che pur di allentare le misure finiranno per rimandare la ripresa economica».

Così Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e virologia dell’università di Padova, commentando le riaperture annunciate ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza e dal premier Mario Draghi in un’intervista alla Stampa.

«Da settimane viaggiamo tra i 15 e i 20 mila casi al giorno: un plateau altissimo, che non consente di progettare riaperture”. La decisione di un parziale ritorno alla normalità, spiega, “è stata presa e il governo se ne assumerà la responsabilità. L’unica sarebbe potenziare la vaccinazione, ma tra forniture, disorganizzazione e diffidenza verso AstraZeneca pare difficile superare quota 350mila», ha spiegato Crisanti.

Quanto alle dichiarazioni in conferenza stampa di Draghi, che ha parlato di «rischio calcolato», Crisanti ha detto: «Ma come? Di calcolato vedo ben poco e il vero rischio è giocarci l’estate. Allora diciamolo chiaramente: la scommessa è riaprire ora per vedere se a giugno dobbiamo richiudere tutto»,

«Riaprire ad aprile è una stupidaggine epocale», ha avvertito.

Sull’immunità di gregge, Crisanti ha affermato: «penso che sfioreremo soltanto. Bisognerebbe vaccinare 40 milioni di italiani entro l’autunno, senza contare i giovani e i dissenzienti, e poi ci sono le varianti, il problema della durata dell’immunità, i richiami».

«Con una situazione di contagio elevato, pensare alle riaperture vuole dire che tra un mese avremo un aumento dei casi di Covid-19 e l’estate sarà a rischio e dovremmo richiudere», ha anche detto Crisanti, interpellato dall’Adnkronos.

«Riproporre le zone gialle, quelle arancioni e rosse, è continuare con un sistema infernale» – ha avvertito – «ed è la dimostrazione che in un anno non si è trovata un’alternativa efficace e non si sono costruiti strumenti adeguati per contenere l’epidemia. Siamo sempre lì, con oscillazioni tra zone gialle e arancioni, nelle prime si apre e il contagio aumenta».

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