Vitalizio a Formigoni, M5S: ‘È una questione etica, andremo fino in fondo’

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Formigoni

La decisione di ridare il vitalizio a Roberto Formigoni, nonostante una condanna definitiva per corruzione, è un “vulnus al principio della separazione dei poteri”, secondo Pietro Grasso, l’ex presidente del Senato.

In un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, Grasso ha chiesto a Palazzo Madama di sollevare “di fronte alla Corte Costituzionale un conflitto di attribuzione” contro quella che definisce “l’invasione di campo di un organo giurisdizionale”, cioè la commissione Contenziosa, che ha deciso di restituire l’assegno che era stato tolto all’ex governatore della Lombardia grazie ad una delibera varata proprio da Grasso nel 2015, con cui si cancellava il vitalizio ai senatori condannati a pene superiori ai due anni.

Dello stesso avviso sono gli esponenti del Movimento 5 stelle: “Sull’inaccettabile restituzione del vitalizio a Roberto Formigoni, decisa dalla commissione Contenziosa di Palazzo Madama, il Movimento 5 Stelle andrà fino in fondo”, si legge in un post pubblicato sulla pagina Facebook del M5S, in cui si ricorda che nella commissione “il Movimento 5 Stelle non è presente. Una scelta presa da Lega e Forza Italia”.

Della commissione infatti, fanno parte il berlusconiano Giacomo Caliendo, che è anche il presidente, i senatori leghisti Alessandra Riccardi e Simone Pillon, e due tecnici, l’avvocato Alessandro Mattoni e l’ex magistrato Cesare Martellino.

Roberto Formigoni – si legge ancora nel post dei 5 stelle – peraltro tra i maggiori responsabili del disastro della sanità lombarda, con una condanna definitiva per corruzione nel processo per il crac delle fondazioni Maugeri e San Raffaele, non ha diritto al vitalizio. Questo perché, lo ricordiamo, nel 2015 una delibera dell’allora presidente Presidente Grasso prevede che tutti gli ex parlamentari che si macchiano di reati gravi contro lo Stato e contro i cittadini non possono avere diritto al loro vitalizio”.

“È una questione etica – proseguono i pentastellati – una questione giusta e a chi sostiene che i parlamentari che commettono dei reati sono uguali a tutti i cittadini e hanno diritto a prendere il vitalizio rispondiamo che non è così. Non si può paragonare chi lavora tutta la vita e prende una pensione magari di mille euro a chi invece ne prenderebbe quasi 5mila dopo aver commesso un reato così grave proprio contro i cittadini che doveva invece servire da politico”.

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