“Proponiamo la pensione a 62 anni. A questa età una persona può decidere di andare in pensione a prescindere dai contributi. Ma anche quando un lavoratore arriva a 41 anni di contributi, a prescindere dall’età, può andare in pensione. Pensiamo anche alla pensione di garanzia per i giovani”.
Lo ha detto ieri Maurizio Landini, segretario generale della Cgil.
“Riformare le pensioni ormai non è più rinviabile”, ha aggiunto Landini, osservando che la riforma Fornero “più che una riforma fu un taglio chiesto allora dall’Europa e la cosa più immediata fu intervenire sulle pensioni. Da questo punto di vista lo stesso intervento di quota 100 che aveva permesso ad alcuni lavorarori di uscire, non è stato un intervento di riforma. Al suo interno aveva le sue contraddizioni”.
Secondo il leader sindacale sarebbe necessario “collocare una vera riforma del sistema pensionistico dentro un’idea di superamento della precarietà nel lavoro”, in un momento in cui c’è anche “la possibilità di investimenti”. I temi del lavoro non precario ma stabile e il contrasto al lavoro nero ed evasione contributivo “non sono scollegati dalla riforma delle pensioni”, ha ricordato il leader della Cgil, secondo il quale l’obiettivo è un “sistema solidale fondato su un aumento del lavoro stabile, sicuro, garantito che paga i contributi e le tasse”. Per ottenerlo, questo “non è il momento di fare riforme a pezzettino, perché riforme a pezzettini non esistono”.
Il Ministero del Lavoro si è reso disponibile ad aprire un tavolo sulla previdenza, e per luglio potrebbe essere pronto un testo base per la riforma degli ammortizzatori sociali. Da parte loro, i sindacati propongono la pensione a 62 anni di età o con 41 anni di contributi.
Sbarra (Cisl) ha affermato: “Per noi non sono accettabili penalizzazioni sulla parte retributiva della pensione come previsto anche da recenti proposte di legge che pretenderebbero di far pagare a una medesima generazione per la terza volta una misura peggiorativa attraverso la prospettiva di un ricalcolo interamente contributivo della pensione anche del periodo precedente al 1996. Per questo pensiamo che sia possibile ragionare di una flessibilità nell’accesso alla pensione a partire dai 62 anni di età”.