Zambon: ‘Il capo dell’Oms sapeva tutto del report ritirato’

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In un’anticipazione all’AGI del suo libro ‘Il Pesce Piccolo’ in uscita per Feltrinelli, l’ex funzionario dell’Oms di Venezia Francesco Zambon chiama in causa Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore dell’organizzazione, per il rapporto sulle problematiche riscontrate nella gestione della pandemia in Italia pubblicato e poi sparito dal sito dell’agenzia dell’Onu il 14 maggio 2020.

“Nella torre di diamante, erano in molti a sapere della pubblicazione, con tutto quel balletto di email sull’approvazione promessa poi trattenuta poi data da Soumaya, la Chief Scientist che Guerra chiamava per nome. E poi con l’incidente diplomatico creato ad hoc con successive telefonate Roma-Copenaghen – Ginevra. E Tedros? Tedros sapeva tutto” si legge nel capitolo intitolato ‘Non fu la Cina’ in cui Zambon, che si è dimesso dall’organizzazione in seguito a questa vicenda, smentisce quanto sostenuto dal direttore vicario dell’Oms Ranieri Guerra nella memoria consegnata attraverso il suo legale alla Procura di Bergamo.

Nella memoria, come riportato da Associated Press e Repubblica, si attribuiscono le principali responsabilità del ritiro del report alla Cina. Per Zambon invece, la vera responsabilità è all’interno dell’Oms, in particolare nella sede di Copenaghen, e la questione della Cina, che secondo lui è stata irritata dalla parte del report che la riguardava, sarebbe stata “utilizzata come specchietto per le allodole dall’ufficio stampa dell’Oms e da Guerra “sette mesi dopo i fatti”.

Nella sua ricostruzione, Zambon scrive che, dopo un primo ritiro del rapporto dal sito mentre sembrava ancora possibile la sua ripubblicazione, il colpo definitivo venne assestato “non da Pechino, non da Roma ma da Copenaghen”. Accadde alle “ore 13 (ventisei minuti dopo il ritiro)” di quel 14 maggio “come un fulmine a ciel sereno”.

“Copenaghen mi tolse la facoltà di rimettere online la pubblicazione perché bisognava sistemare ‘un paio di altre cose’. Solo HK (Hans Kluge, direttore generale dell’Oms Europa, ndr) , si precisava, poteva dare l’ordine di rimettere il rapporto online. Quindi non fu colpa della Cina. I motivi dell’abbattimento, questa volta definitivo, della pubblicazione del rapporto andavano dunque ricercati altrove”.

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