«Conte scrive alla Rai: basta diffamazioni – L’ex presidente Giuseppe Conte ha inviato una lettera alla trasmissione di Rai 3 Mezz’ora in più, condotta da Lucia Annunziata, per controbattere ad alcune affermazioni imprecise e totalmente false fatte dalla conduttrice durante la trasmissione del 16 maggio scorso».
Così su Facebook il deputato del Movimento 5 Stelle, Leonardo Donno.
«Conte ha giustamente dovuto puntualizzare, essendo stato chiamato in causa e addirittura accostato al sottosegretario leghista Durigon.
Ma come si fa ad accostare la vicenda di Conte col caso Durigon? Quanta disonestà intellettuale ci vuole per fare una cosa del genere?
Peraltro, senza conoscere minimamente i fatti, senza citare dettagli o situazioni vere e verificate, la giornalista si lancia in un’accusa infamante nei confronti del presidente Conte», ha sottolineato il parlamentare pentastellato.
«Ma un giornalista non dovrebbe verificare le notizie? E soprattutto, conoscerle, prima di diffondere fake news, utili solo a colpire Giuseppe Conte e a metterlo in cattiva luce agli occhi dei cittadini italiani? Questo è il livello raggiunto dal nostro servizio pubblico e, purtroppo, da gran parte del giornalismo in Italia. La macchina del fango nei confronti del presidente Conte è ripartita a pieno regime, ma non ci fermeranno!» ha concluso.
«Il suo intervento è risultato gravemente diffamatorio», ha affermato Conte: «Da una lato ha riportato la vicenda, il fatto, in modo totalmente approssimativo e comunque erroneo, da alterare completamente la realtà dei fatti. Dall’altro lato l’esposizione così confusa e a tratti oggettivamente incomprensibile ha aggravato l’effetto suggestivo indotto nei telespettatori. Con la conseguenza che l’uditorio, senza nemmeno comprendere bene i termini della vicenda, è stato spinto a ipotizzare una vicenda di gravità, quantomeno non inferiore, come esplicitamente detto, a quella riguardante il sottosegretario al tesoro Durigon. Per la quale alcune forze politiche hanno chiesto in parlamento le dimissioni dalla carica di governo. Le chiedo pertanto, a tutela dei miei beni morali oggettivamente offesi dal suo intervento, di leggere nel corso della sua trasmissione questa mia comunicazione in modo da restituire una informazione completa sul punto che possa reintegrare il vulnus che mi è stato arrecato. Nel caso in cui la lettura venisse omessa o risultasse incompleta mi riserverò, mi creda mio malgrado, di agire nelle opportune sedi per tutelare i miei diritti fondamentali».