“In 83 secondi Virginia Raggi spiega perché la Regione Lazio vive una strutturale crisi nella gestione dei rifiuti”.
Così Angelo Diario in un post pubblicato sul proprio profilo Facebook, chiarendo che “nel 1997 il Decreto Ronchi ha stabilito che le discariche dove si conferiscono i rifiuti tal quali erano da chiudere. Quindi Malagrotta doveva essere chiusa”.
“Lo sapevamo dal 1997 – ha rimarcato l’esponente pentastellato – in 15 anni la Regione, pur sapendo che Malagrotta doveva chiudere, non ha immaginato una soluzione alternativa. Nel 2012, infatti, la Polverini approva un piano rifiuti che si basa proprio sullo smaltimento dei rifiuti nella discarica di Malagrotta”.
“E, così, quando nel 2013 Marino chiude Malagrotta, il sistema è collassato: quando è stato chiuso il principale sito per lo smaltimento dei rifiuti nel Lazio è iniziata un’odissea dalla quale non siamo ancora usciti” ha fatto sapere Diario.
“Zingaretti ha pensato bene di fare finta di niente e il piano rifiuti della Regione Lazio ha continuato per anni a basarsi sull’esistenza di una discarica che era stata chiusa” ha scritto ancora il Presidente commissione “Sport, benessere e qualità della vita”.
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Raggi: «Abbiamo mantenuto il nostro impegno e chiuso un altro campo rom a Roma»
«Abbiamo mantenuto il nostro impegno e chiuso un altro campo rom a Roma, quello della Monachina nella periferia ovest della città: i cittadini e gli stessi occupanti lo chiedevano da decenni. Si tratta della tappa conclusiva di un percorso iniziato nel 2018 nell’ambito del nostro piano che prevede il progressivo superamento di tutti gli insediamenti a Roma. Il campo “La Monachina” ospitava centinaia di persone che vivevano in baracche fatiscenti, nel degrado».
Lo ha fatto sapere tramite Facebook la sindaca di Roma, Virginia Raggi.
«Abbiamo adottato un metodo semplice: pugno duro nei confronti di chi pensava di poter vivere ‘a scrocco’ dell’amministrazione e dei cittadini che pagano le tasse; assistenza per tutti coloro che, invece, hanno bisogno di aiuto, in primis i bambini. I più piccoli hanno il diritto di poter frequentare le scuole e di crescere in un ambiente sano. È il nostro modello, la ‘terza via’ basata su inclusione e rispetto della legalità, sulla tutela dei diritti e sul rispetto dei doveri. Un sistema definito, con una progettualità chiara che l’Unione Europa ha deciso di finanziare.
Mettiamo fine a un sistema che favorisce la ghettizzazione, che fa spendere milioni di euro ogni anno alla città e ai romani e che crea disagi per i cittadini e gli stessi occupanti», ha scritto ancora la prima cittadina della Capitale.
«Grazie alle centinaia di colloqui effettuati dai nostri operatori, una parte ha lasciato autonomamente il campo. Quelli che, invece, hanno firmato il nostro Patto di Responsabilità Solidale, e si sono impegnati al rispetto dei doveri di un qualsiasi cittadino e al raggiungimento di una piena autonomia, hanno avuto accesso a un aiuto temporaneo. Voglio ringraziare la delegata all’inclusione di Roma Capitale, Monica Rossi, e tutti coloro che hanno lavorato con grande impegno al raggiungimento di questo ulteriore risultato.
In questi anni a Roma abbiamo giù chiuso i campi di Schiavonetti, Camping River, Foro Italico e l’Area F del campo rom di Castel Romano. La prossima tappa è il campo di “La Barbuta” che è già in fase avanzata e ridotto del 65%. Sono risultati concreti, fatti. Non propaganda, né chiacchiere. Andiamo avanti su questa strada», ha concluso.
la stanno sabotando in tutti i modi, troppi incidenti e incendi, intoppi burocratici orditi da persone esperte per ostacolare e rallentare l’operato della Raggi, perché è un freno ai guadagni facili del mondo di sotto, di mezzo e soprattutto di sopra, chi vuol capire capisca.