Voghera, legale vittima: ‘Bisogna dire le cose come stanno: Youns è stato ammazzato da un assassino senza motivo’

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«Bisogna dire le cose come stanno: Youns è stato ammazzato da un assassino senza motivo».

Lo ha affermato Debora Piazza, l’avvocato che con Marco Romagnoli difende i familiari di Youns El Boussetaoui, il 39enne cittadino marocchino morto martedì sera dopo essere stato colpito con un colpo di pistola da Massimo Adriatici, assessore alla Sicurezza del Comune di Voghera ed esponente della Lega.

Parlando con l’Adnkronos Piazza ha denunciato «una gravissima violazione del diritto di difesa: sul corpo di Youns è stata eseguita l’autopsia senza che i familiari ne venissero informati. E’ stato detto che non aveva famiglia, ma non è vero. Tutti i suoi parenti sono cittadini italiani».

Quindi, «nomineremo un consulente di parte, anche per un esame balistico”. Intanto “continuiamo la ricerca dei testimoni. Siamo a buon punto. Cerchiamo la verità e la troveremo», ha fatto sapere l’avvocata.

Negli ultimi tempi Youns El Boussetaoui «stava male. I familiari erano preoccupati e lo avevano fatto ricoverare in ospedale, dal quale però era scappato. Lui voleva stare in piazza Meardi. Aveva sicuramente qualche problema, ma dovevano intervenire le istituzioni. Andava curato, non ucciso” dice l’avvocato Piazza. “Conoscevo Youns da diverso tempo – racconta all’Adnkronos – l’ho difeso per circa cinque anni per una serie di reati bagatellari».

Voghera, Agi: ‘L’uomo ucciso dall’assessore leghista era stato sottoposto a TSO’

«Youns El Boussetai, il 39enne marocchino ucciso con un colpo di pistola dall’Assessore alla Sicurezza Massimo Adriatici sarebbe stato sottoposto a un Tso (trattamento sanitario obbligatorio) tre settimane fa».

Lo ha appreso l’AGI da fonti vicine alla famiglia della vittima.

«I problemi psichici di cui l’uomo soffriva si erano acuiti in seguito al lockdown. El Boussetai aveva contatti frequenti coi suoi familiari, tutti cittadini italiani, che vivevano in altre città. Il padre a Vercelli, la sorella, che ieri sera è arrivata a Voghera, in Francia, un altro fratello in Svizzera. La moglie e i due figli vivono in Marocco. Ai familiari El Boussetai, che aveva manifestato problemi psichici negli ultimi mesi, aveva detto che si sentiva ‘a casa’ in piazza Meardo, a Voghera, dove è morto. Qui, diceva ai congiunti, aveva la ‘sua panchina’ e i suoi punti di riferimento ed era conosciuto da tutti», si legge su Agi.it.

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