Omicidio Voghera, l’assessore leghista non ricorda ‘di preciso come esattamente sia partito il colpo’

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L’assessore leghista Massimo Adriatici, autosospeso del Comune di Voghera dopo aver ucciso martedì scorso il 39enne marocchino senza fissa dimora Youns El Boussetaoui, ha detto di essere stato “vittima di una violenza improvvisa e inaudita”, che l’avrebbe fatto “cadere a terra, procurandogli uno stato di confusione”, nel quale non ricorda “di preciso come esattamente sia partito il colpo”

Secondo i due legali è “una leggenda metropolitana” quella dell’assessore-sceriffo, che girava armato per difendere la città. “Adriatici – hanno spiegato – martedì come tutte le sere stava facendo una passeggiata”, parlando al telefono con un amico, quando “ha notato El Boussetaoui tenere condotte violente, molestare una ragazza all’interno del bar, gettare uno sgabello e lanciare una bottiglia”.

“A quel punto l’assessore leghista, con un passato in polizia, avrebbe chiuso la chiamata e composto prima il 113 e poi direttamente il numero della Questura”, riporta l’Adnkronos.

“L’operatore di polizia – prosegue il racconto dell’avvocato Pipicelli – sente che il telefonino a un certo punto vola via e cade a terra”. Resta da capire cosa sia accaduto in quei momenti di concitazione, in cui Adriatici ha estratto la pistola – già carica, per poterla usare “senza andare in panico” in situazioni di pericolo – e l’ha rivolta contro il marocchino per farlo allontanare.

“Un colpo non parte da solo dalla pistola. Io la dinamica – se qualcuno gli ha messo la mano sopra o l’ha spinto – non la so e non ha saputo rispondere nemmeno Adriatici”, ha chiarito l’avvocato. Una linea difensiva che non convince parte dell’opinione pubblica, che domani pomeriggio a Voghera scenderà in piazza Meardi, il luogo della sparatoria, per chiedere “Giustizia per Musta” e “sicurezza per tutti”.

Il pm chiede la convalida dell’arresto per l’assessore leghista di Voghera: ‘Può uccidere ancora’

Il procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e il pm Roberto Valli hanno chiesto al gip Maria Cristina Lapi la convalida dell’arresto e la conferma dei domiciliari per l’assessore di Voghera Massimo Adriatici, accusato dell’omicidio di Youns El Bossettaoui, perché “può uccidere ancora”.

Nella richiesta di convalida al gip, depositata nella giornata di giovedì 22 luglio, e sulla quale il giudice per le indagini preliminari dovrebbe esprimersi oggi, venerdì 23 luglio, per Adriatici è confermato l’ipotesi di reato di omicidio colposo per eccesso di legittima difesa.

Prima di decidere se convalidare o meno l’arresto, il gip ascolterà nuovamente l’indagato alla presenza dei suoi legali. Il pm, chiedendo la convalida dell’arresto e la conferma dei domiciliari, ha ipotizzato il rischio di reiterazione del reato, e la possibilità di inquinamento probatorio.

La procura nel frattempo sta facendo vari accertamenti tecnici tra cui l’autopsia sul corpo della vittima che, al momento, non avrebbe fornito particolari indicazioni al medico legale.

L’autopsia ha scatenato le proteste dei familiari della vittima: i legali del padre e della sorella della vittima hanno denunciato di non essere stati avvisati della fissazione dell’esame autoptico e di non aver potuto, quindi, partecipare coi propri consulenti.

“Una gravissima violazione del diritto di difesa. È stato detto che non aveva famiglia, ma non è vero. Tutti i suoi parenti sono cittadini italiani” hanno dichiarato i legali Debora Piazza e Marco Romagnoli.

Gli avvocati della famiglia di Youns El Boussettaoui, hanno chiesto che Adriatici venga imputato per omicidio volontario: “Youns è stato ammazzato da un assassino, senza motivo. Il video mostra da un lato un soggetto claudicante e visibilmente smagrito che si confronta a mani nude con un ex agente di polizia armato. Le sagome spariscono dietro l’angolo, Adriatici si rialza e ricompare dopo due secondi, in quel momento il colpo è già partito e non c’era nessuna aggressione”.

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