“Noto un conformismo e una iperreattività rispetto a qualsiasi critica venga fatta a questo Governo: vi spiego perché hanno massacrato Travaglio e Articolo Uno”.
Lo ha detto Chiara Geloni che moderava il dibattito tenutosi nell’ambito della festa di Articolo Uno, in cui il giornalista Marco Travaglio ha definito il premier Mario Draghi un “figlio di papà”.
Intervista da TPI ha spiegato quali sono, a suo avviso, le ragioni dietro le polemiche rivolte al direttore del Fatto Quotidiano, ma anche ad Articolo Uno, che fa parte della maggioranza che sostiene il governo Draghi.
Alle critiche sull’opportunità di invitare Travaglio alla festa di Articolo Uno, ha risposto così:
“Articolo Uno esiste da 5 anni e ha fatto 4 feste nazionali. Travaglio è stato invitato tre volte: a Napoli, a Roma, quando ha intervistato Bersani, e quest’anno a Bologna per presentare il suo libro. È un giornalista, non un politico: spesso non la pensiamo allo stesso modo, ma è uno dei nostri interlocutori”.
Sul fatto di non avergli contestato, durante il dibattito, le frasi su Draghi, ha detto: “Partiamo da un presupposto: io quelle frasi non le avrei dette in quel modo. Tuttavia chi era presente a Bologna, o ha visto il video integrale su Youtube, sa bene che quelle parole sono state pronunciate nel conteso di un ragionamento più ampio. Travaglio, quando ha usato l’espressione ‘figlio di papà’, stava rispondendo a una mia domanda, incentrata sull’estrazione ‘popolare’ di Conte e dei suoi ministri e sulla differenza col governo Draghi, il quale nasce con entrature nell’establishment molto più profonde. Si tratta di una riflessione presente nel libro di Travaglio. Considerando tutto questo contesto, l’espressione ‘figlio di papà’ (che io non avrei usato) non è uscita fuori in maniera scandalosa, e non c’era motivo per cui io dovessi interrompere un ospite per prenderne le distanze” ha spiegato Geloni.
“Mi viene un dubbio: a dare fastidio non sono le frasi di Travaglio su Draghi, ma la circostanza che il direttore del Fatto venga invitato a parlare del suo libro, in cui si ricostruisce anche il ruolo giocato dalla stampa nella caduta del Conte 2” ha osservato.