“È facile puntare il dito contro un uomo che ha scelto di non vaccinarsi e poi muore di Covid. Più difficile chiedersi come possa accadere che una persona intelligente, un ottimo professionista, finisca per diventare vittima di un flusso continuo di fake news che lo invitano a non tutelare la propria salute”.
Così Stefano Versace, un caro amico di Marco De Veglia, il noto manager morto a Miami, dove viveva ed era ricoverato in terapia intensiva causa Covid.
De Veglia, 55 anni, aveva deciso di non vaccinarsi e non prendeva precauzioni, convinto che le cure per il virus si potessero seguire tranquillamente a casa. Lo scorso 19 luglio aveva condiviso sulla sua pagina Facebook un post che recitava: “Noi non siamo bastian contrari. Se anche solo un 40 per cento di quello che hanno raccontato fosse stato credibile, saremmo andati a inocularci pure noi. Il problema è che nella narrazione pandemica, fatichiamo a trovare anche solo un 1 per cento di verità. Eppure ci proviamo, ma niente da fare, una contraddizione dietro l’altra a fare da eco ad una propaganda buffa quanto asfissiante…”.
“L’ultima sparata è quella dei pass. Ti dicono – si legge ancora nel post – che gli inoculati possono contagiare ed essere contagiati ma poco importa perché non avranno la malattia. Il problema è piuttosto che i non inoculati si ammalano e riempiono le TI (e di nuovo con la storia, sentita N volte, che il problema è l’intasamento degli ospedali, non la malattia in sé). Bene, ammesso che sia vero, se i soggetti fragili li hai praticamente siringati tutti, quale sarebbe ora il problema? Vengono ospedalizzati chi, i giovani? Sappiamo che ciò è falso. Dunque chi si ammalerebbe? Non si capisce…”.
Diversi gli amici che hanno lasciato un commento sul suo profilo: “Libero. Ciao Marco”, “Ciao Marco, finiremo il discorso sugli audiolibri di marketing in altre occasioni e da qualche altra parte, chissà dove… riposa in pace”, “Pur non avendo letto niente di Marco, mi dispiace per quanto accaduto. Ma il suo nome, nel mio piccolo, visto che non sono dell’ambiente, lo avevo sentito molte volte. Riposa In Pace, Marco”.
Aveva 55 anni, si era convinto che il Covid fosse un’influenza che si può curare a casa, che il vaccino non fosse necessario, che misure come le mascherine fossero inutili https://t.co/l4fhyuSXGQ
— Corriere della Sera (@Corriere) July 27, 2021