“La strategia del governo Draghi è ben collaudata e di successo perché riesce ad ottenere tutto quello si vuole fingendo di cedere qualcosa a chi si dimostra riottoso”.
Così Barbara Lezzi in un post pubblicato sul proprio profilo Facebook.
La strategia,, ha spiegato la senatrice pentastellata, “consiste nell’approvare, in consiglio dei ministri, provvedimenti con un’asticella decisamente alta. Diciamo pure invalicabile. A questo punto si sollevano le polemiche alle quali il governo risponde con ‘cordiali e costruttive aperture’. Si susseguono interviste, dichiarazioni, prese di posizione che invitano al dialogo contro quelle che minacciano fratture. Arriva, quindi, la famigerata ‘proposta di mediazione’ che in nome della ‘responsabilità’, ‘cultura di governo’ e altri giochi semantici, diventa la proposta vincente per tutti”.
“Nessuno ricorda più i punti di partenza dei partiti che avevano sollevato le obiezioni. Vengono accantonati valori, principi e promesse elettorali per abbracciare convintamente la nuova proposta che sarà propagandata ad arte ovunque senza che nessuno possa più proferir parola” ha aggiunto.
“È successo così con il decreto Semplificazioni. Rumors di malumori, minacce di non voto per poi approdare a un placido Sì a un decreto che, come ha detto in Aula il senatore Pagano di Forza Italia, risponde finalmente ai desiderata che la destra non era riuscita ad ottenere durante i governi Conte. Non solo, anche il senatore Briziarelli della Lega plaude al decreto che, era ora, consente di bruciare qualsiasi rifiuto in qualsiasi impianto. Non era stato possibile ottenere tanto in precedenza” ha fatto sapere l’esponente pentastellata.
“Ora tocca alla riforma Cartabia. Aggiungiamoci qualche reato da escludere in cambio dell’impianto che deve restare tale e quale e il gioco è fatto. Tutti contenti e tutti vincenti. Ma la vera vittoria resta nelle mani di Berlusconi e sodali non certo in quelle dei cittadini che avevano votato una forza proprio per interrompere la spirale di leggi dannose” ha scritto ancora Lezzi.