Roberto Burioni in una serie di tweet ha affrontato il tema dei vaccini e delle varianti del coronavirus.
“I vaccini provocano l’emergenza di varianti resistenti? Qualche giorno fa ho sentito al telefono un mio caro amico, Pietro Spagnoli, che mi ha fatto questa domanda, che non ha per niente una risposta semplice”: è il primo dei messaggi.
Il virologo ha spiegato: “Un virus (lasciamo perdere come) passa da un animale all’uomo. Se succede nel mondo senza vaccini questo virus comincia a mutare (abbiamo già detto come) e le mutazioni che conferiscono al virus un vantaggio (che tipicamente è costituito dalla maggiore contagiosità) cominciano a emergere e a prendere il sopravvento”.
“È arrivato in tempo record e nel pieno della pandemia, per la prima volta nella storia dell’Uomo. A questo punto la variante conveniente per il virus non è più solo quella che si diffonde di più, ma anche quella che riesce a infettare i già vaccinati. Una simile variante, in assenza di vaccino, non avrebbe alcun vantaggio e non emergerebbe mai”, ha scritto in un altro tweet Burioni, che ha poi parlato di una variante che potrebbe emergere proprio in presenza di vaccinati: “In un certo senso, è la vaccinazione a tappeto a creare le condizioni nelle quali un virus resistente potrebbe emergere”.
Poi, però, ha avvertito: “Non fate l’errore di considerare questo un effetto negativo dei vaccini: senza vaccini la variante non potrebbe emergere semplicemente perché troverebbe la strada libera verso il contagiare tutto il mondo. Il vaccino è un ostacolo che il virus PROVA a superare con una variante. Ci riuscirà? Questo non possiamo saperlo”.
Alla fine il professore ha assicurato: “Fino al momento in cui scrivo queste righe una variante in grado di sfuggire al vaccino non è emersa, e nulla fa pensare che possa emergere, e se emergesse potrebbe essere meno patogena e/o meno contagiosa”.
I vaccini provocano l’emergenza di varianti resistenti?
Qualche giorno fa ho sentito al telefono un mio caro amico, Pietro Spagnoli, che mi ha fatto questa domanda, che non ha per niente una risposta semplice.— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) August 3, 2021
…Questo è accaduto per il morbillo, per la rosolia, per l’epatite A e per tanti altri virus: li abbiamo già trovati belli ed evoluti secoli (o millenni) dopo il loro passaggio all’uomo.
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) August 3, 2021
Il coronavirus ha fatto esattamente la stessa cosa: nel marzo 2020 è comparsa una prima variante che ha preso velocemente il sopravvento, poi è arrivata la variante alfa (inglese) che si trasmetteva di più ed è diventata quella dominante, ora c’è la delta che è ancora più…
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) August 3, 2021
…contagiosa di quella alfa e sta velocemente prendendo il suo posto. Come conseguenza, il virus attuale è molto diverso da quello che circolava l’anno scorso: il virus è immensamente più contagioso (teniamone conto quando pensiamo alla apertura delle scuole).
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) August 3, 2021
A questo punto la variante conveniente per il virus non è più solo quella che si diffonde di più, ma anche quella che riesce a infettare i già vaccinati. Una simile variante, in assenza di vaccino, non avrebbe alcun vantaggio e non emergerebbe mai.
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) August 3, 2021
Ormai l’Italia viaggia su una rotta tutta sua, negando e manipolando dati reali provenienti da paesi con un sistema sanitario che raccoglie in maniera affidabile le informazioni. Sta emergendo sia dagli stati uniti, ma soprattutto da Israele che il vaccino dura poco e non protegge assolutamente dall’ondata successiva. Si ripete cioè quello che da decenni si verifica con l’influenza che ha lo stesso livello di mortalità del covid. Il vaccino non ferma il contagio, lo fermiamo solo noi guarendo. 4 milioni di italiani sono guariti dal covid, loro fermano la diffusione. Bisogna curarsi, le terapie domiciliari sono sempre le solite ma funzionano, perché lo stato le nega? E cosa sarebbe questa tessera per poter lavorare e circolare? Bisogna farsi delle domande e soprattutto ricordare che la politica non serve noi da decenni, forse non lo ha mai fatto, ma alimenta e serve se stessa con i suoi intereresti.