L’eventualità che la variante Delta del Covid possa ‘bucare il vaccino’, secondo gli studi delle ultime settimane, da un lato non crea problemi per quanto riguarda i ricoveri in quanto il vaccino protegge quasi al 100 per cento dalla forma grave della malattia, dall’altro allontana l’ipotesi di immunità di gregge.
La virologa Ilaria Capua in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera non nasconde la sua preoccupazione, specie sui dati che vengono dagli Stati Uniti. Secondo l’esperta infatti l’aumento dei casi in Florida sta portando a parlare insistentemente di “breakthroughs”, cioè delle cosiddette ‘rotture’, ovvero quando si dice che un vaccino antinfluenzale “non ha funzionato”.
La variante Delta, scrive la scienziata, “è diventata scivolosa e sfuggevole come un’anguilla”. “Il muro di anticorpi indotti dai vaccini oggi in commercio era stato costruito per proteggerci da un virus che non è più lui”, aggiunge Cpua, che teme che con una popolazione vaccinata a macchia di leopardo si ricomincerà con le chiusure, le restrizioni, i lockdown e le zone rosse.
La variante Delta preoccupa molto, scrive la virologa, “innanzitutto per la sua contagiosità: si ipotizzano tassi di contagio molto più elevati di quello che abbiamo visto finora”. La brutta notizia, è che “la variante Delta sta provocando rotture vaccinali con casi sintomatici in persone vaccinate”, una seconda brutta notizia è che con la variante “l’effetto di abbattimento della trasmissione virale nei vaccinati sarebbe minore”. Se una persona vaccinata viene contagiata dalla Delta potrebbe sviluppare sintomi simil-influenzali, quasi sempre non gravi, inoltre “i vaccinati quasi certamente non finiranno in ospedale”.
Conclude la Capua, affermando che “se si è vaccinati il rischio di rimetterci la pelle o accorciare la propria vita di qualche anno è veramente bassissimo. Per i non vaccinati, visto come si comporta la variante Delta che ha messo l’elica del turbo, invece no”.