L’assessore alla sicurezza di Voghera Massimo Adriatici stava pedinando Youns El Boussettaoui la sera del 20 luglio, prima di sparargli all’esterno del bar di piazza Meardi nella cittadina in provincia di Pavia.
È questo l’esito dell’analisi dei filmati delle telecamere. La “coincidenza quantomeno anomala”, raccontata dal Corriere della Sera, potrebbe avere un peso nell’eventuale cambio di accusa in omicidio volontario nei confronti dell’assessore.
Sul tavolo degli inquirenti ci sono tre frame del video di una telecamera che ha registrato la colluttazione tra i due prima dello sparo. Il pm Roberto Valli, uno dei magistrati diretti dal procuratore aggiunto Mario Venditti, ha chiesto anche al gip un incidente probatorio per cristallizzare due delle tre testimonianze di clienti del bar. Tra queste, vi è la testimonianza di un uomo che ha sostenuto che l’assessore ha preso la mira e sparato a sangue freddo.
Il pubblico ministero teme che quei due testimoni possano sparire prima dell’inizio del processo o modificare la loro versione, visto che uno lo ha già fatto in parte dopo aver parlato con i carabinieri. Adriatici, che si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa, potrebbe replicare che non si trattava di pedinamenti ma della sua attività di assessore.
Il quotidiano racconta che l’assessore, oltre alle ronde armate, aveva anche l’abitudine di convocare dirigenti di polizia e ufficiali dei carabinieri per spiegare come si dovesse lavorare. Tutte sollecitazioni che venivano poi riportate dai vertici delle forze dell’ordine e dalla Prefettura alla sindaca, con l’obiettivo di adottare misure preventive. E in un video girato lo scorso 20 luglio l’assessore parlava con un testimone: “Hai visto che ha fatto per darmi un calcio in testa? L’importante è quello, che hai visto che stava dandomi un calcio in testa”, diceva il politico della Lega all’uomo mentre quest’ultimo veniva interrogato dai carabinieri.