Nell’immagine della Fire Information for Resource Management System della Nasa, si può osservare che il mondo sta bruciando.
Nella mappa sono indicati dei punti rossi, rilevati con lo strumento Modis a bordo del satellite Terra della Nasa, che indicano i luoghi in cui ci sono alte temperature e sono in corso incendi.
Ad essere colpiti sono gran parte del Nord e del Sud America; la zona centro-meridionale dell’Africa, in particolare Zambia, Angola, Malawi e Madagascar; la Repubblica democratica del Congo in cui lo strato di fumo è così spesso che molte aree sono completamente oscurate; la penisola arabica; la costa mediterranea; l’Europa nord-orientale; in Asia le coste dell’India; la Siberia; Cina; Malesia e Indonesia.
Per quanto riguarda l’Africa, anche se non è possibile determinare dal satellite come sia partito l’incendio, scrive la Nasa, la diffusione, la posizione e il momento dell’anno suggeriscono che i roghi siano dolosi e siano stati appiccati per scopi agricoli, infatti i coltivatori in queste aree usano il fuoco da migliaia di anni per pulire i campi dalle vecchie colture e prepararli per le nuove, bruciare le sterpaglie, rinnovare i pascoli o la savana.
Il fuoco risulta essere efficiente ed economico per gestire la terra, soprattutto nella savana africana dove l’ecosistema dipende dagli incendi periodici per la sua salute, tuttavia i roghi sono fonti di pericolo, come fumo, rilascio di gas serra e distruzione degli ecosistemi. In Africa centrale, conclude la Nasa, la stagione degli incendi di solito inizia a maggio e raggiunge il suo picco in agosto.