Afghanistan, Travaglio: «Non fai in tempo ad attaccare Di Maio che subito l’’informazione’ all’italiana ti costringe a difenderlo»

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«Non fai in tempo ad attaccare Di Maio che subito l’“informazione” all’italiana ti costringe a difenderlo».

Lo scrive il direttore del ‘Fatto Quotidiano’, Marco Travaglio, nel suo editoriale di oggi.

Il giornalista ricorda che «l’avevamo appena preso in giro paragonandolo al draghetto Grisù per le professioni di fede governista e draghiana, decisamente eccessive visto l’impegno con cui i Migliori stanno smantellando tutte le riforme targate M5S» e fa notare che i giornaloni, «che fino al giorno prima sghignazzavano sul “bibitaro” (anche se non ha mai venduto una bibita: faceva lo steward allo stadio, da ragazzo del Sud che doveva sbarcare il lunario, non essendo figlio di papà), l’avevano subito eletto a statista e “stabilizzatore” in antitesi a Conte, noto brigatista rosso».

«Come ministro degli Esteri, però,» – osserva Travaglio – «c’è poco da ridire: chi lo vede all’opera sa che Di Maio non è Talleyrand né De Gasperi, ma nemmeno il baluba che si vorrebbe far credere. È un secchione che studia e lavora molto e impara presto: tutti, nell’ambiente, ne parlano bene».

«Il 13 agosto, alle prime avvisaglie del disastro afghano, s’è attaccato al telefono per tre giorni coordinando l’evacuazione dell’ambasciata e la sera di Ferragosto l’aereo italiano è decollato da Kabul», sottolinea il direttore del Fatto.

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