Scoperta fabbrica di tamponi falsi: lavoratori in nero e decine di minori per realizzarli

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I carabinieri hanno scoperto una vera e propria fabbrica di tamponi falsi in località Monte Casale – frazione di Rignano Flaminio nell’hinterland Nord di Roma.

La fabbrica abusiva era stata allestita all’interno di un capannone in disuso, dove lavoravano in nero in tutto 38 persone, tra le quali anche quattro minori, per otto ore al giorno, senza autorizzazione e rispetto di norme sanitarie e di sicurezza.

Come racconta “Il Messaggero”, i “manovali” impacchettavano tamponi rapidi per individuare il Covid-19, forse realizzati in Cina, per spedirli nei Paesi Bassi, stato verso cui commercio e non è stato validato per l’Italia. La confezione originale e il foglietto illustrativo venivano sostituiti con altri in lingua italiana.

Leggiamo sul quotidiano romano: «Un traffico internazionale di tamponi rapidi per la diagnosi del Sars-Cov-2 è stato scoperto dal Comando provinciale dei carabinieri a Rignano Flaminio, piccolo Comune a quaranta chilometri da Roma, sulla Flaminia. I tamponi – 30 mila quelli sequestrati – provenienti probabilmente dalla Cina attraverso la Turchia, erano destinati a quanto sembra ai Paesi Bassi e venivano contraffatti mediante l’apposizione di una targhetta che indicava la provenienza dall’Unione europea e dall’Italia. Ad eseguire questo lavoro, per almeno otto ore al giorno, erano 38 giovani del posto o dei dintorni. E tra loro, secondo le indagini dei militari, è emerso anche il coinvolgimento di quattro ragazzi sotto ai 18 anni»

La truffa sarebbe stata messa in piedi da un 39enne e un 72enne, entrambi residenti a Rignano Flaminio. I due sono stati denunciati a piede libero e dovranno rispondere dell’accusa di tentata frode in commercio. Il 39enne e un terzo uomo di 44 anni dovranno anche rispondere dell’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

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