Fondi pensione, Brambilla: ‘Ecco perché con la riforma fiscale c’è il rischio di una stangata’

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“Per i fondi pensione si profilano in futuro grandi problemi se il governo accoglierà il documento conclusivo, di indirizzo politico, per la predisposizione della legge delega sulla riforma fiscale elaborato dalle Commissioni 6° di Camera e Senato”.

Lo ha scritto Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, in un commento per Il Corriere della Sera, L’Economia, a proposito dei fondi pensione.

«La Commissione concorda che, nel rispetto delle compatibilità finanziarie, sia importante l’applicazione alla previdenza complementare del modello che prevede l’esenzione dall’imposta sostitutiva sul risultato netto maturato, considerando al contempo la modifica del regime di tassazione per la fase di erogazione delle prestazioni» che, aggiunge: «ovviamente andrebbe uniformata la tassazione in fase di prestazione, considerando la tassazione secondo le aliquote Irpef ordinarie» si legge nel testo.

Oggi, ha spiegato il Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, “siamo nel cosiddetto sistema Ett cioè esente, tassato, tassato”, dove “esente significa che si può versare ai fondi pensione fino a 5.164 euro deducendoli dal reddito e quindi beneficiando di uno sconto fiscale pari al valore dell’aliquota marginale”. Sui rendimenti “c’è un prelievo annuale con aliquota ridotta pari al 20 per cento rispetto al 26 per cento ordinario; in origine era l’11 per cento”. Le prestazioni in rendita e capitale “sono tassate con aliquota sostitutiva tra il 15 per cento e il 9 per cento per incentivare la permanenza nei fondi”, infatti “dopo il 15° anno per ogni anno successivo la tassazione si riduce dello 0,3 per cento fino a raggiungere il 9 per cento” ha fatto sapere.

La Commissione invece ritiene la tassazione «…nella fase di prestazione con un meccanismo molto complesso». “Fate voi – ha commentato Brambilla – se è così complesso; lo hanno capito tutti, tant’è che si tratta di un grande incentivo se si considera il differenziale tra l’aliquota fiscale che si detrae quando si versa e la tassazione finale”.

“Passare al criterio Eet — esente esente tassato — come propongono le Commissioni presiedute da Luigi Marattin e Luciano D’Alfonso, significa togliere la tassazione del 20 per cento sui rendimenti (20 per cento di un rendimento del 3 per cento è 0,6 per cento) e tassare ad aliquota marginale (cumulo dei redditi) le prestazioni finali: insomma ci tolgono lo 0,6 per cento e ci fanno pagare fino al 46 per cento. Con l’aggravante che la normativa italiana prevede una enormità di bonus, esenzioni, agevolazioni fiscali (le tax expenditures), tutte legate al reddito e dove il 51 per cento dei pensionati sono totalmente o parzialmente assistiti e un altro 20 per cento gode di prestazioni aggiuntive anch’esse collegate al reddito e che scomparirebbero se il soggetto avesse anche la rendita complementare” ha fatto notare.

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