Fabrizio Pregliasco, virologo e docente dell’Università Statale di Milano, intervistato da Fanpage.it ha fatto il punto della situazione epidemiologica nel nostro Paese.
“Siamo in una fase di lento calo dei contagi. Ovviamente le cose più brutte, quindi le morti e le ospedalizzazioni, che sono riferite a situazioni pregresse, ancora non sono piacevoli. Ma già la scorsa settimana abbiamo visto che l’Rt sta andando verso il basso e questo è un dato positivo. Immagino che anche nei prossimi giorni continuerà questa lenta decrescita. Ci aspettiamo però un altro colpo di coda nel momento in cui riapriranno le scuole. Non solo. Un banco di prova saranno anche gli sbalzi termici tipici della stagione pre-autunnale che facilitano la diffusione di tutti i virus respiratori, Sars-Cov-2 incluso, e la ripresa delle attività lavorative. Tutti elementi che insieme non faranno altro che massimizzare la capacità diffusiva del Covid e le occasioni di contagio. Quello che possiamo aspettarci è qualcosa di simile alle onde provocate dal lancio di un sasso in uno stagno. Le onde più grosse sono le prime, ora sono più piccole”.
“Le nuove ondate saranno contenute” grazie al numero crescente di vaccinati, ha fatto presente Pregliasco, sottolineando che “ormai si è visto che i vaccini sono efficaci, che tutto sommato gli eventi avversi sono ridotti. Garantire la massima copertura fa sì che si abbiano sempre meno persone costrette a ricevere cure in ospedale o che sviluppino la malattia in forma grave, tanto da diventare letale”.
Rispetto all’obiettivo indicato dal commissario Figliuolo dell’80 per cento di over 12 immunizzati entro settembre, ha detto: “C’è la possibilità che si raggiunga. Purtroppo però non raggiungeremo l’immunità di gregge perché la variante Delta ha alzato di molto l’asticella e poi vediamo che anche i malati dopo un po’ di mesi perdono la capacità di evitare la malattia. È un modello matematico statico quello dell’immunità di gregge che però in questo momento non abbiamo. Se cambierà qualcosa nella vita di tutti i giorni? Ci saranno meno problemi di saturazione degli ospedali e una convivenza più civile col virus”.
In merito al Green pass ha osservato l’esperto: “Io credo che il vero motivo del Green pass sia rompere le scatole. Mi scusi l’espressione, ma la spiego meglio. Ha ragione secondo me il collega Crisanti quando dice che la certificazione non dà sicurezza di nulla. Però così si fa in modo che alla fine le persone si vaccinino”.