“Sicuramente” i contagi giornalieri di coronavirus in Italia sono sottostimati. “Noi dovremmo avere circa 25mila casi al giorno per giustificare il numero di morti”.
Lo ha detto Andrea Crisanti, intervistato alla Festa del Fatto Quotidiano.
“In Inghilterra, dove fanno un numero di tamponi spropositato, la fotografia è molto più realistica”, ha spiegato il microbiologo, e lo conferma Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute che ha dichiarato: “Noi sottostimiamo circa il 50 per cento dei casi”.
Nel corso del suo intervento Crisanti ha quindi ribadito la necessità di potenziare il tracciamento: “È una questione di equilibrio che dipende da quanto fai per impedire al virus di trasmettersi. Vaccinazioni, mascherine, tracciamento, isolamento e quarantene agiscono tutti su questo punto. Altrimenti aumenta la capacità del virus di trasmettersi. Se non facciamo qualcosa in più i casi aumenteranno, perché l’equilibrio penderà dalla parte del virus”.
Sul Green pass, ha detto: “Dire che crea ambienti sicuri è una baggianata, è solo uno strumento che incoraggia le persone a vaccinarsi. Per considerarla una misura sanitaria dovremmo misurarne l’impatto”.
In merito alla campagna vaccinale, ha avvertito: “Nel giro di un paio d’anni si infetteranno tutti i non vaccinati, bisogna dirlo chiaro. Perché uno prima o poi un errore lo fa”. Gli over 50 rischiano così di finire in terapia intensiva. Bisogna invece convincere gli indecisi, “che magari non ha la percezione del rischio molto elevato di contrarre la malattia”.
Il fatto che una quota di vaccinati si ammalino di Covid non deve preoccupare: “A parte il vaccino contro la febbre gialla, gli altri non proteggono mai al 100 per cento, anzi quelli anti-Covid hanno un’efficacia migliore di molti altri”.
Sulle case farmaceutiche, che non hanno comunicato in tempo che l’immunità indotta dai loro vaccini dura tra i sei e i sette mesi, ha osservato: “Pfizer, Astrazeneca e Moderna avevano i dati sulla durata delle vaccinazioni da maggio-giugno: perché non li hanno condivisi? È un po’ tardi scoprire ora che durano sei mesi”.