Dopo il tentativo di fuga dall’Italia con un volo verso Tenerife, Gaetano Scutellaro è finito in carcere perché sospettato di avere rubato un biglietto Gratta e vinci vincente, per un valore di 500 mila euro, a un’anziana signora di Napoli.
I reati contestati sono furto pluriaggravato e tentata estorsione ai danni della cliente vincitrice del tagliando.
Il legale del tabaccaio, l’avvocato Vincenzo Strazzullo, ha riferito che sono attualmente in corso verifiche sullo stato di salute mentale del suo cliente: “Sto effettuando dei controlli: in passato è stato assolto dall’autorità giudiziaria in un paio di occasioni perché ritenuto incapace di intendere e di volere”.
Secondo la ricostruzione dell’avvocato di Scutellaro, il tabaccaio, una volta arrivato all’aeroporto a Fiumicino “si è recato dalla Polizia: una mossa stupida se l’obiettivo era fuggire dall’Italia”. Per cui il legale ritiene eccessiva la possibilità di pericolo di fuga alla base della misura cautelare in carcere disposta dagli inquirenti.
L’avvocato ha espresso anche perplessità sui reati contestati al suo assistito: “Il biglietto vincente è stato consegnato dalla signora nelle mani del mio cliente: nessuno glielo ha sottratto con destrezza e neppure con la forza. Solo attraverso queste due modalità si sarebbero potuti configurare i reati di furto o rapina – sostiene l’avvocato Strazzullo -. Nutro dei dubbi anche in merito all’ipotesi di tentata estorsione formulata dai pm”.
Gratta e Vinci rubato, il figlio del tabaccaio: «Non c’entriamo niente, insultati anche i miei figli»
«Quanto vale la vita, la serenità di una persona, più o meno di 500mila euro?».
Sono le parole ripetute in continuazione da Salvatore Scutellaro, figlio di Gaetano, il tabaccaio che ha sottratto il gratta e vinci all’anziana sabato scorso.
Mentre prepara il caffè, nel bar che si trova accanto alla tabaccheria diventata tristemente famosa negli ultimi giorni, Salvatore racconta a Fanpage.it: «Io solo questo faccio».
«Visto e considerato che anche stamattina i giornali mettono in bocca parole che non ci appartengono, ci vogliono far dire cose che non sono veritiere, tra domande e interviste, non siamo in grado di dire quale sia la verità o il falso. Noi siamo estranei a questa cosa, la Procura sta facendo delle indagini che daranno sicuramente un riscontro. Comunque sia il fatto noi non entriamo in questa vicenda», ha detto ancora Scutellaro, chiedendo che la sua famiglia sia lasciata in pace, e lanciando un appello alla Federazione dei Tabaccai, perché non siano lasciati soli: «Vogliamo solo lavorare, non c’entriamo niente in questa vicenda».