I talebani sono un movimento politico fondamentalista che ha un seguito importante nel popolo afgano, radicato in quella cultura e in quella mentalità, non un gruppo terroristico.
Stavolta sono costretto a dar ragione a D’Alema.
Dirò di più. I talebani sono la voce di quella parte – maggioritaria! – del popolo afgano che vuole vivere a modo suo come fanno da secoli se non da millenni. E ne sono, piaccia o non piaccia, l’espressione politica, sociale e culturale.
Massud, il cui padre dai media occidentali è considerato un eroe di cui il figlio vuole ripercorrere le gesta, rappresenta una minoranza etnica e una particolare regione dell’Afganistan.
Credere, anzi far credere, che Massud figlio possa rappresentare un potere alternativo di una forza comparabile ai talebani è una illusione o una bugia ad uso e consumo di chi non vuol prendere ancora atto del totale fallimento della politica di imporre ad altri il proprio modo di pensare e di vivere con la forza militare o con il soft power, o con l’intelligence che usa gli infiltrati o quelli convinti dal benessere economico.
L’impero che nella storia è durato più a lungo e che ha funzionato più di tutti gli imperi successivi è stato quello romano che non ha mai voluto imporre agli altri popoli religione o cultura imperiale.
Sono ancora d’accordo con D’Alema – ma io l’ho scritto prima di quando lui l’ha detto – sulla considerazione che non sono stati i talebani ad aver organizzato ed eseguito l’attentato dell’11 settembre di vent’anni fa. Un’organizzazione e un’efficienza operativa quella espressa in quell’attentato che non sono nella disponibilità dei talebani, i quali sono indomabili a casa loro nel difendersi, ma non hanno la capacità di operare a quei livelli al di fuori delle loro montagne.
Quindi la domanda è: da quale ambiente provengono gli attentatori dell’11 settembre, se non vengono da quello talebano? Sicuramente l’élite saudita, di cui Bin Laden è espressione terroristica, che si è sentita usata e abbandonata e tradita dagli americani.
Una volta ottenuto l’obbiettivo di costringere i sovietici a ritirarsi dall’Afganistan, per gli americani Bin Laden e i suoi, che avevano guidato e addestrato i talebani contro i sovietici, non servivano più a nulla anzi potevano essere di disturbo se non fossero ritornati a casa loro.
Non solo Bin Laden ma tutta quella élite di cui lui era espressione, da quel momento ha odiato gli americani e ha giurato di fargliela pagare, come poi son riusciti a fare.
Con la ‘vittoria’ della guerra fredda gli americani pensavano di non aver più bisogno di nessuno e di fare quello che gli pareva, entrando in un delirio di onnipotenza che li ha portati a fare tantissimi errori che stanno appena cominciando a pagare.
Ma era un calcolo molto sbagliato, perché la vittoria tra virgolette della guerra fredda è stata sul piano economico e sul piano politico perché ormai il comunismo ideologico russo aveva fatto il suo tempo su entrambi i piani ed è imploso.
Mentre invece è andato avanti il comunismo prammatico cinese, cioè la gestione pura e semplice del potere con l’ideologia piegata a questa funzione, cioè esattamente il contrario di quello russo.
Ora però la Russia sta entrando nello scenario mondiale con una forza sempre più imponente che nessuno aveva previsto, per primi gli americani, i quali sono riusciti nel miracolo di far andare d’accordo russi e cinesi e ora se li trovano uniti contro di loro.
Ecco cosa ha prodotto il delirio di onnipotenza americano.
L’élite americana ha distrutto la sua industria manifatturiera pensando di poter utilizzare la manodopera cinese a basso prezzo e che loro si sarebbero arricchiti con la finanza.
Vedete un po’ cosa sta succedendo ora con i cinesi che li incalzano anche nel loro terreno che ritenevano sarebbe rimasto esclusivo per i secoli a venire: l’high tech della Silicon Valley!
L’eterogenesi dei fini di chi si sente onnipotente.
E ci voleva D’alema? Ha scoperto l’acqua calda! Comunque non e una guerra perché “subiscono una occupazione islamica!” e una occupazione selvaggia! E’ un paese “occupato?” da forze straniere pagate da paesi islamici magari con i nostri soldi vedi Turkia! Faccio presente che il 90, 95% dei talebani è straniero per cui l’Afghanista sta subendo una occupazione islamica è nessun ne parla!
Fino a quando quella la chiameranno guerra avranno sempre ragione loro e voi siete complici se lo negate!
Il sistema afghano e il sistema geopolitico con al centro l’Afghanistan crocevia delle droghe del pianeta, crocevia islamico del terrorismo mondiale, presto dovremo arginare quelli interno alle nazioni occidentali a quelle dei paesi islamici!
PER PIACERE NON PARLATE DI RADICALIZZAZIONI NON ESISTE, LORO SONO COSi E BASTA, QUELLI CHE TROVANO LA SCUSA DELLA RADICALIZZAZIONE e PERCHé SONO COMPLICI!
Tanti soldi per il terrorismo chiaramente provengano dai Sauditi (in vari modi) certamente come piccolo cultore dell’Impero romano sono contento che se ne parla. (Io ne sono stato sempre convinto. La stessa cosa dicasi per tutto il nord africa.)
Consigliera toscana DEM appoggia i talebani: scoppia il caso
Le parole di Nura Musse Ali diventano a dir poco un caso politico. Consigliera in quota Pd nella commissione pari opportunità della Regione Toscana, la 35enne di origini somale si è detta favorevole alla presa di potere da parte della frangia estremista dell’Afghanistan oppure contenta dell’occupazione islamica? Perché non è popolazione afghana il talebano!
A quelli che si ostinano a ritenere quella dell’Afghanistan la guerra degli Stati Uniti mentre era la guerra della NATO! voglio insistere su questo tasto, è solo una ipocrita illazione! E’ la NATO che ha abbandonato l’Afghanistan! Nessuno ha lasciato niente a nessuno, le armi di fabbricazione americana lasciate incustodite, a Kabul e nelle altre province afgane, dopo la precipitosa fuga della NATO sono solo le armi ed i mezzi che avevano in dotazione l’esercito afgano dissoltosi con l’avvento della presa dei talebani! Inoltre, ci sono anche montagne di denaro. A chi si chiede se gli alleati Nato non potevano distruggere la tecnologia militare prima di andare via impedendo cosi che finisse nelle mani dei miliziani, rispondo, lasciavano il governo afghano scoperto di armi di difesa stupidi esseri?
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Arabia Saudita, Turkmenistan & Indonesia, Turchia e altri paesi nei primi due vige una dittatura di stampo islamico e nel terzo e una repubblica di stampo islamico! In tutti e tre vige la sunna con la sharia! Sono quelli che foraggiano I TALEBANI in questa occupazione islamica vergognosa!
A un anno dalla decapitazione di Samuel Paty, i professori in Francia elogiano i Talebani! Docenti di scuola pubblica inneggiano al “coraggio” dei lapidatori, degli assassini di Kabul e invitano a uccidere gli “infedeli”? Questo per farvi capire che i nemici li abbiamo in casa!
Parliamo un po dei popoli Afghani! Di cui I pashtun ne sono la tribù più copiosa (anche pathan o afghani sono un gruppo etnico-linguistico indoeuropeo che abita in prevalenza l’Afghanistan orientale e meridionale con con maggioranza nel Pakistan occidentale, nella regione del Pashtunistan).
I pashtun parlano la lingua pashtu e seguono un codice religioso di onore e cultura indigeno e pre-islamico, il Pashtunwali, integrato nella religione islamica.
Storia
I pashtun hanno vissuto una storia turbolenta attraverso i vari secoli, durante i quali raramente sono stati uniti politicamente.
Le prodezze militari dei pashtun erano rinomate ai tempi dell’invasione di Alessandro Magno nel IV secolo[6] a.C.
La loro “storia contemporanea” comincia con l’impero Durrani nel 1747.
I pashtun sono stati uno dei pochi gruppi etnici che riuscirono a contrastare l’imperialismo britannico durante il XIX secolo[7], con Abdul Ghaffar Khan, soprannominato il Gandhi musulmano, fondatore del primo esercito nonviolento della storia: i Khudai Khidmatgar.
Svolsero un ruolo chiave durante l’Invasione sovietica dell’Afghanistan (1979-89), dopo la quale molti di loro diventarono mujaheddin.
I pashtun guadagnarono l’attenzione di tutto il mondo con l’ascesa e la sconfitta dei talebani, poiché erano la componente etnica principale nel movimento. I pashtun oggi svolgono un’azione prominente nella ricostruzione dell’Afghanistan, dove sono il più grande gruppo etnico, e rappresentano un’importante comunità in Pakistan, dove sono il secondo gruppo etnico per dimensioni in Pakistan.
Popolazione
La popolazione totale del gruppo e stimata in circa 40 milioni, ma un conteggio esatto rimane poco affidabile per la natura nomade di molte tribù, la pratica di isolamento delle donne e le lacune nei censimenti ufficiali tenuti in Afghanistan solo dal 1979.
Demografia
La grande maggioranza dei pashtun si trova nell’area tra il Pakistan occidentale (Pakhtunkhwa) e l’Afghanistan sudorientale. Altre comunità pashtun vivono nei Territori del Nord nell’Azad Kashmir e a Karachi, cosi come in tutto l’Afghanistan.
Ci sono delle comunità minori in Iran ed in India, nonché una grande comunità di lavoratori emigrati nei paesi della penisola arabica.
Importanti centri metropolitani della cultura pashtun includono Peshawar e Kandahar, oltre a Quetta e Kabul, che sono citta etnicamente molto differenti, ma con una maggioranza di popolazione pashtun.
Religione
I Pashtun seguono la versione più antica dell’Islam sunnita che viene espressa dal madhhab hanafita – una scuola giuridica tra le più liberali dell’Islam. La Sharia e il Pashtunwali coesistono, ma se viene a crearsi un conflitto fra i due, si seguono sempre le regole del Pashtunwali. Tradizionalmente gli ulema e gli imam sono subordinati ai capi tribù e non hanno potere politico.
Più volte nella storia pero alcuni mullah hanno cercato di porsi al di sopra del Pashtunwali e di conquistare il potere politico facendo leva sulla religione, ma di solito sono stati messi a tacere dai capi tribù.
Tuttavia, negli anni settanta e ottanta i mullah sono stati armati e finanziati dalle potenze esterne che volevano cacciare i Sovietici dall’Afghanistan. Tra essi si ricordano i Taliban.
Il ruolo dei pashtun in Afghanistan
da un analisi di Giuseppe Gagliano riveduto e corretto da sg.
L’aspetto della vendetta tra l’etnia pashtun in Afghanistan continua a non essere ben compreso dagli occidentali, soprattutto da quelli appartenenti a Paesi in cui tale pratica non e in uso.
Sulla maggior parte dei quotidiani italiani si parla dei pashtun. Ma chi sono e quale ruolo hanno svolto?
I pashtun sono un gruppo etnico-linguistico senza Stato attualmente costituito da circa cinquanta milioni di persone (la maggioranza in Pakistan e in territorio afghano). I pashtun furono divisi tra due Paesi quando, nel 1893 i britannici decisero di stabilire la linea Durand (osserviamo di passaggio il ruolo destabilizzante del colonialismo inglese nell’Ottocento!) .
Oltre alla varieta etnica presente in Afghanistan tra i pashtun, i tagiki, gli hazara, gli uzbeki e i turkmeni, nel suo saggio “Cosi si controlla il mondo” (Rizzoli) il colonnello spagnolo Pedro Banos sottolinea come solo tra i primi sono state identificate sessanta tribù diverse e dalle quali nascono altre quattrocento sottotribù, anche queste differenti tra loro. Con una struttura politica che risponde soltanto alla famiglia o al clan, questo gruppo e sempre stato orgoglioso della propria indipendenza, per cui non ha mai accettato il leader “afghano” di turno che, nel corso degli ultimi centocinquant’anni, e stato quasi sempre imposto dall’esterno.
Le uniche leggi che imperano tra questa gente – con oltre cinque secoli di storia che alcuni allungano a 2.500 anni, dal momento che già lo storico greco Erodoto li aveva collocati su queste terre – sono quelle che emergono dal loro codice non scritto, il pashtunwali, dove sono raccolti i principi che costituiscono i veri valori fondanti della loro società: melmastia, il dovere dell’ospitalità; nanawatai, dare asilo e rifugio al fuggitivo; badal, la vendetta di fronte a qualsiasi insulto, furto, offesa alla reputazione personale o della famiglia, o per aver ferito o ucciso un familiare.
L’aspetto della vendetta (badate bene che esiste fino alla macedonia e in tutti i paesi a maggioranza islamica, oppure nei territori a prevalenza tribale) continua a non essere ben compreso dagli occidentali, soprattutto da quelli appartenenti a Paesi in cui tale pratica non e in uso. In particolare nei Paesi di tradizione cattolica e quasi impossibile capire il significato profondo della vendetta: quando qualcuno e vittima di un affronto, anche grave, la reazione che e sempre stata inculcata e quella del perdono, non la ricerca di una soddisfazione attraverso ritorsioni personali. Ma quando un pashtun ritiene di aver subito un’offesa, soprattutto nel caso della morte di una persona cara, e costretto a vendicare l’affronto, per quanto tempo possa essere passato. Esattamente come avviene anche in altre culture: sebbene infatti alcuni vogliano associarla alla religione, in questo caso all’islam, la vendetta e un fenomeno radicato nella tradizione culturale, più che in quella religiosa. Tuttavia questo e un aspetto che si dimentica troppo facilmente, quindi, ogni volta che viene attaccato o bombardato un insediamento pashtun, la sua gente e chiamata a rivalersi contro gli autori del gesto o i cittadini del Paese che l’ha oltraggiata. Cosi, invece di risolvere i problemi, già di per sé molto complessi in questa parte del mondo, questi vengono acuiti e radicati.
Insomma dobbiamo comprendere – e Dario Fabbri e Lucio Caracciolo lo hanno giustamente sottolineato su Limes – che i nostri valori non sono né universali né oggettivi, ma sono valori nati e sorti in determinati contesti storici come per esempio illustre egregiamente Marcello Flores in un saggio del Mulino dal titolo ” Storia dei diritti umani”.
Lo stesso Winston Churchill – le cui responsabilita nell’ambito della destabilizzazione coloniale in Medioriente sono tutt’altro che marginali – dopo un soggiorno in Afghanistan nel 1897, descrisse le sue impressioni sui pashtun in termini che possono essere applicati anche oggi: “Eccetto che al momento del raccolto, quando l’autoconservazione si giova di una tregua temporanea, le tribu pathan [pashtun] sono sempre impegnate in guerre private o pubbliche. Ogni uomo e un guerriero, un politico e un teologo. Ogni grande casa e una vera fortezza feudale [.]. Ogni villaggio ha il suo apparato difensivo. Ogni famiglia coltiva la propria vendetta; ogni clan la propria faida. Le numerose tribu e combinazioni di tribu hanno tutte conti da sistemare l’una con l’altra. Nulla viene mai dimenticato, e pochissimi debiti rimangono non pagati.
E nonostante questo, ci sarà sempre chi si intestardirà a voler sottomettere un popolo indomabile, che potrà essere vinto solo annientandone ogni singolo membro! Siccome questo e ovviamente impossibile e inaccettabile, chi si ostinerà a provarci non otterrà altro che di andare a sbattere più e più volte contro il muro umano costituito dal fiero popolo “afghano”?!
Altrettanto interessante e la recente intervista del Colonnello, che descrive il discorso di Biden come “deplorevole” perché “non ricorda gli alleati” che hanno combattuto a fianco degli Stati Uniti nella guerra in Afghanistan. Vent’anni dopo, il presidente degli Stati Uniti sostenne che l’intenzione non era quella di portare la democrazia, ma di garantire esclusivamente la sicurezza degli Stati Uniti.
Inoltre, Banos critica che, dopo aver speso 100.000 milioni di dollari per addestrare e armare l’esercito e la polizia afghani, si e scoperto che non erano abbastanza efficaci nel pacificare l’Afghanistan o che non avevano alcun interesse verso di esso.
In realtà ci sono molte ragioni dietro l’inefficacia delle truppe afgane, inclusa la profonda corruzione a tutti i livelli dell’amministrazione, compresa la polizia. Allo stesso modo, c’erano “elenchi di soldati fantasma” in cui apparivano soldati che esistevano e non andavano a lavorare, ricevevano semplicemente il loro stipendio, o addirittura neppure esistevano. D’altronde, precisa il colonnello, c’erano molte ragioni per diffidare: infatti gli eserciti stranieri hanno prodotto diversi rapporti interni in cui hanno avevano già avvertito cosa sarebbe successo quando si fossero ritirati dal paese. Per quanto concerne le recenti dichiarazioni dei talebani il colonnello e molto chiaro da questo punto di vista:
“Per quanto i talebani proclamino un’amnistia generale, e difficile da credere”, afferma Banos, il quale spiega che la maggior parte dei rifugiati afgani in fuga cercherà rifugio nei paesi vicini come Iran, Pakistan o altri paesi.
Il colonnello ritiene che i talebani agiscano “molto abilmente” utilizzando i social network per inviare messaggi di calma, tolleranza e una certa apertura. Vogliono dare l’impressione di essere qualcos’altro. Ma il timore fondato e che si tratti semplicemente di “un lifting”.
Comunque voglio dire che, non si ascoltano quelli che sono inquadrati ideologicamente come certe persone! Quella in Afghanistan non e una guerra ma bensì una occupazione vergognosa visto che quella gente tutto e fuorché afghana, sono solo degli islamici! Tra l’85 al 95% sono stranieri, non appartengono allo stato Afghano! Questa e un altra Palestina! Un fallimento voluto e appoggiato, si e vero che oltre un quarto di milione di umanità a perso la vita, ma gli sfollati non si contano perché sono dei morti che camminano, il paese sta per precipitare di nuovo in una guerra civile? Ribadisco non e una guerra civile ma una occupazione vera e propria, occupata da criminali che sopprimeranno migliaia di persone, ma la peggio l’avranno le donne, i talebani più forti di prima? No amici miei sono solo dei criminali autorizzati foraggiati da sappiamo chi, ma vi capisco, voi o siete ideologicamente impegnati o vi salvaguardate la pagnotta ecco perché non avete il coraggio delle parole giuste che meritano, le condizioni inumane di questa storia!
Comunque analizziamo i fatti: cioè un gruppo di persone una minoranza, chiamati talebani a maggioranza stranieri, islamici che in un paese per l’85/95% islamico mettono in ginocchio le “NAZIONIUNITE” l’intero pianeta civile, ma e una barzelletta? Chi ha armato i talebani? Sempre le “NAZIONIUNITE”?! Ma e una barzelletta? Tutto questo e voluto, PERCHÉ? Adesso bisogna educare i talebani alla DEMOCRAZIA MA CON DIPLOMAZIA INTERNAZIONALE SENZA SPARGIMENTO DI SANGUE. I TALEBANI SERVONO PER L’OPPIO “BUSINESS” PER TENERE I POPOLI SOTTOMESSI ALLE DROGHE !!!? Chissà, chi lo sa!