I talebani: «Riprenderemo le amputazioni delle mani e le esecuzioni, servono alla sicurezza»

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Il nuovo regime talebano sta considerando di tornare alle forme estreme di punizione del passato come il taglio delle mani per i ladri e le esecuzioni capitali per i reati più gravi.

A dichiararlo è un pezzo grosso del vecchio Emirato che dominò a Kabul tra il 1996 e il 2001, mullah Nooruddin Turabi, ex ministro della Giustizia e del Ministero per la Protezione della Virtù e la Persecuzione del Vizio (appena riaperto al posto di quello per i Diritti delle Donne) e attualmente responsabile del sistema carcerario.

“Le amputazioni punitive sono necessarie per garantire la nostra sicurezza interna”, ha detto in alcune interviste riprese dalla stampa internazionale e dai media afghani.

A suo dire, tali forme punitive potrebbero non svolgersi in pubblico, come invece avveniva a scopo “deterrente” due decenni fa. Ogni città e villaggio del Paese aveva i luoghi preposti per le punizioni pubbliche, che spesso avvenivano dopo le funzioni nelle moschee ogni venerdì a metà giornata.

Lo stesso Mullah Turabi aveva perso un occhio e una gamba combattendo da giovane contro l’esercito sovietico. Negli ultimi giorni si è espresso a favore dell’umiliazione pubblica dei ladruncoli di strada. Le pattuglie talebane hanno la facoltà di picchiarli, tingere i loro volti di nero e mostrarli alla gente nei cassoni dei loro gipponi con le scarpe infilate in bocca. Turabi ha precisato che adesso sono scelte che vengono fatte esclusivamente dai dirigenti talebani: “Nessun altro ha il diritto di dettare quali saranno le nostre leggi”, ha detto, rifiutando le proteste delle organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani.

Nelle ultime ore il mullah Mohammad Yaqoob, neoministro della Difesa e figlio del leader fondatore del movimento Mullah Omar, ha condannato duramente quelle che ha definito le “esecuzioni e le vendette per motivi personali”. A suo dire tutti i responsabili e funzionari dei vecchi governi che hanno collaborato con la coalizione internazionale a guida Usa sono stati amnistiati. E i casi di violenze e abusi nei loro confronti vanno investigati con eventuali punizioni per i colpevoli.

3 COMMENTS

  1. se questa pratica fosse adottata anche in Italia ,e non sarebbe una cattiva idea, quanti personaggo9i monchi vedremmo per le nostre strade

    • ANNI DIETRO AVEVO AVUTO L’IDEA DI COME PUNIRE : CON UNO SCHIAFFO LA PRIMA VOLTA CHE UNO RUBA …. POI SE PRESO LA SECONDA VOLTA LORO DOVRANNO DIRE QUALE MANO HA RUBATO SX E/O DX E GLI SI TAGLIA …IN MODO CHE CAMMINANDO GIA’ SAPPIAMO CHI ERA UN LADRO O NON LADRO …SE POI ANCORA LA TERZA VOLTA LA TESTA SI TAGLIAVA ….MOTIVO …ALTRIMENTI AD ESSERE LADRI DOPO DOBBIAMO DARCI PURE LA PENSIONE D’INVALIDITA’ INVECE SIGNIFICA CHE NON FA PARTE DI QUESTA SOCIETA’….DA PREMETTERE CHE TUTTI….. PERO’ DOVREBBEERO AVERE UN LAVORO E ** NON FANTASIA DI RUBARE ** PERCHE’ IL RUBARE PER FAME E’ UNA COSA …RUBARE PER PARACULITE E’ ALTRA.

  2. Non sono favorevole alle punizioni corporali inferte per deterrenza. Però in Afghanistan accadono cose che fanno venire i brividi ma proviamo a pensare e guardare cosa accade da noi: 1) si rubano 49 milioni di euro alla comunità e nulla accade. 2) Si rubano i soldi dei terremotati di L’Aquila e nulla accade. 3) La mafia entra in parlamento e nulla accade. 4) Un eletto per un partito lascia e se ne va in un altro e nulla accade. 5) Due zingare rubano in un supermercato di Empoli e il giudice le scarcera e nulla accade. 6) Una cittadina italiana a Catanzaro, vedova senza lavoro e con due figli, ruba per fame in un supermercato, il giudice le toglie i due figli e la condanna a 1 anno e mezzo e nulla accade. 7) Un, come si dice a Roma, un magnaccia ruba 48mila euro alla compagna, le fa perdere la casa, la lascia incinta e nulla accade, e nulla accade, e nulla accade, e nulla accade e continuerà a non accadere nulla nella mia ITALIA. Grazie giujdici, grazie istituzioni pubbliche.

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