Enrico Laghi, ex commissario straordinario dell’Ilva di Taranto, è stato posto agli arresti domiciliari stamane dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza, nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza.
Laghi, a carico del quale è stato eseguito anche un sequestro preventivo per un valore di circa 270 mila euro, è accusato di corruzione in atti giudiziari in concorso con altre persone.
Secondo quanto si è appreso, l’arresto di Laghi è avvenuto all’esito di «nuovi approfondimenti investigativi» fondate «su plurime e convergenti dichiarazioni accusatorie supportate da elementi investigativi di riscontro».
Nella nota della procura si legge che Laghi e Nicoletti «che avevano appoggiato l’attività di sponsorizzazione del Capristo svolta da Amara e Paradiso (che non a caso si interfacciava con Laghi, Nicoletti, Amara e soggetti in grado di influire su componenti del Csm) a loro volta, elargivano remunerati incarichi di consulenza ed assistenza legale a persone indicate dal Capristo che a sua volta orientava l’attività della Procura di Taranto in favore di Ilva».
Secondo gli investigatori la «favorevole attenzione alle esigenze di Ilva» da parte della procura di Taranto, «tramutava anche in ulteriore beneficio, questo di carattere personale, sia per il Laghi che per il Nicoletti, in quanto, il primo, acquisiva maggiore credito presso il Governo Nazionale ed i Ministri competenti quale abile e capace manager risolutore delle questioni giudiziarie/ economiche e patrimoniali di pertinenza delle aziende commissariate, mentre il secondo in quanto consulente degli Amministratori Straordinari».
La nota della procura prosegue spiegando che in cambio dei favori resi da Capristo, «Nicoletti e Laghi abusando delle loro rispettive qualità di Commissario straordinario e gestore di fatto degli Stabilimenti Ilva, condizionavano i dirigenti Ilva sottoposti a procedimenti penali presso l’autorità giudiziaria di Taranto (procedimenti nei quali rispondevano per reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni) affinché conferissero una serie di incarichi difensivi all’Avvocato Ragno Giacomo, alter ego del Capristo, come avvenuto per ben 4 mandati difensivi (conferiti al Ragno da De Felice Salvatore e Cola Ruggero, dirigenti Ilva in AS, che fruttavano parcelle per complessivi euro 273.000 circa)».