Bologna, il docente no Green pass Francesco Benozzo allontanato dall’università. Ma il 5 ottobre ‘sarà di nuovo in aula’

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Un docente no green pass dell’Alma Mater di Bologna è stato allontanato dall’aula in cui stava facendo lezione. Si tratta del poeta e filologo Francesco Benozzo, che già in passato aveva esternato le sue posizioni sul Covid e la gestione della pandemia.

Lo conferma lo stesso Ateneo, il Dipartimento di Lingue letterature e culture moderne, che ha messo in pratica ciò che prevede il decreto del Governo sull’obbligo di green pass per studenti, docenti e personale universitario. 

Lo stesso professore sulla sua pagina del portale d’ateneo spiega: “La prossima lezione sarà il 5 ottobre, non mi atterrò alle regole e succederà la stessa cosa”.

A rendere nota la vicenda è il gruppo “Studenti Unibo contro il green pass”, che supporta il docente. “Il 5 ottobre il professor Benozzo sarà di nuovo in aula – riferiscono gli alunni – nel tentativo di svolgere in libertà il proprio lavoro. Saremo al suo fianco, pacificamente, affinché questo possa accadere”.

Gli studenti sostengono anche di “non essere gli unici” a opporsi “a questa condotta. Molti altri hanno mostrato la propria disapprovazione”. Per questo il gruppo fa “appello a tutti gli studenti dell’Università di Bologna che hanno a cuore i valori fondamentali di pluralismo, libertà e autonomia del nostro Ateneo a unirsi pacificamente a noi per consentire che nelle aule universitarie tornino protagonisti la cultura, le idee, la formazione e il dialogo, e che simili atti di emarginazione non possano più verificarsi”. Inoltre, i no green pass fanno “appello anche ai docenti dell’Università di Bologna, affinché facciano sentire la propria voce e solidarizzino con un loro collega colpito da provvedimenti repressivi”.

Il gruppo degli “Studenti Unibo contro il green pass” esprime dunque “piena e incondizionata solidarietà” a Benozzo, parlando di “sconcerto e incredulità” per il suo “allontanamento dall’aula nella quale stava tenendo la sua lezione in data 28 settembre. Con un atto che ci lascia esterrefatti la direzione del Dipartimento ha deciso di rispondere alla richiesta di apertura al confronto e di libertà venuta da un suo docente con inusitata severità”. 

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