Nell’ambito dell’inchiesta “Concorsopoli” all’università Statale di Milano, due sono gli accusatori dell’infettivologo Massimo Galli: Massimo Puoti, il direttore del reparto Malattie infettive del Niguarda, e Maria Rita Gismondo, direttrice di Microbiologia clinica al Sacco.
Puoti ha confermato che sarebbe stato penalizzato in un bando per un posto da professore di seconda fascia presso il dipartimento di Scienze biomediche e cliniche al Sacco, studiato per favorire il suo concorrente, nonostante fosse meno titolato. La virologa Gismondo ha ammesso di essersi opposta, in un altro bando, alla formazione di una commissione composta da persone fedeli a Galli, che avrebbero privilegiato le candidate indicate dall’infettivologo per l’assunzione a tempo determinato di quattro dirigenti biologi presso l’Asst Fatebenefratelli Sacco.
Puoti ha ribadito quanto emerso dalle intercettazioni agli atti della Procura. Al telefono con la moglie, il medico del Niguarda diceva: “Il concorso che avevo fatto a Milano, hanno valutato i titoli e m’hanno fregato”. Puoti è stato così escluso dal bando a favore di Agostino Riva, meno titolato ma fedelissimo del professor Galli. Puoti ha un indice H-index (criterio per valutare quantità e impatto scientifico dei lavori di un autore) doppio rispetto a Riva, ma secondo i nuovi parametri tarati da Galli, Riva otteneva 69,01 punti contro i 66,04 di Puoti.
“Sono riusciti a fregarmi sui titoli.. – spiegava Puoti alla moglie – abbastanza penosi…”. Rendendosi conto di non poter vincere il concorso, accetta la sconfitta ma in cambio ottiene da Galli la promessa di essere appoggiato nei prossimi bandi. “Il mio appoggio ce l’avrai – assicura l’infettivologo – in tutte le sedi possibili eh”.