Massimo Galli indagato, intercettato con il candidato del concorso: «Scriviamo insieme i punteggi»

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«Dobbiamo ragionare, magari in due è meglio che one. Se no (i punteggi, ndr) li metto io alla c…, sperando che non ci siano casini e menate». 

Così Massimo Galli, il 14 febbraio 2020 proponeva ad Agostino Riva di scegliere i punteggi del concorso universitario all’Università Statale di Milano al quale era candidato insieme a Massimo Puoti titolare però di un indice di valutazione H-Index di 50 contro 25 di Riva.

«Scendi dalla Bianca (la segretaria di Galli, ndr) e cominciamo a lavorare sull’assegnazione…», diceva di pomeriggio Galli a Riva, ma stando al verbale, la commissione aveva già terminato di mattina i lavori. «Adesso (i punteggi, ndr) fatteli vedere dalla Bianca… che possono essere attribuiti a te e a lui per le varie questioni… Però non me lo far dire…», concludeva Galli.

Il 3 febbraio 2020, mentre la commissione stava elaborando i criteri di valutazione, Galli, coautore di 63 delle 121 pubblicazioni internazionali nel curriculum di Riva, e di 9 sulle 16 allegate al concorso, ha chiesto a Riva come dovesse modellare la griglia di criteri.

«Allora, senti, quanti lavori avevi presentato? Sedici? Ed erano tutti quanti a tuo primo e ultimo nome tranne uno, mi pare… E di argomento coprivano… Va beh, allora senti la frase che avevo scritto…», e gliela legge aggiungendo: «C’è tutto, no? Va bene, questo potrebbe andare e risolvere la questione». 

In risposta a uno degli altri due commissari che gli chiedeva quanti fossero gli aspiranti, Galli ha detto: «Spero non ci siano rogne, insomma… mi auguro che una delle due domande vada a spari’… se no viene fuori un bel casino, voglio dire… Ma sparire per logica eh, non dico per pressione». 

Ed in effetti l’altro candidato, Massimo Puoti, si è ritirato perché, come ha spiegato alla moglie: «Sono riusciti a fregarmi sui titoli… nel senso che una pubblicazione su Science è stata equiparata a una rivista comune… non conta l’indice di impatto della rivista, contava solo la posizione del nome nel lavoro… Lui (Riva, ndr) mette tutti lavori del cavolo dove sei primo nome, però tutti lavori del cavolo… Così mi possono fregare anche a Napoli» in un altro concorso.

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