Galli e l’inchiesta sul concorso truccato, l’intercettazione: ‘Abbiamo fatto le operazioni che dovevano essere fatte’

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“Non ho mai truccato quel concorso”. 

Lo ha detto l’infettivologo ed ex primario all’ospedale Sacco Massimo Galli, coinvolto nell’inchiesta milanese sui concorsi truccati all’università Statale, che non ha voluto farsi interrogare dai magistrati. 

Eppure a leggere le intercettazioni contenute negli atti d’indagine il quadro sembra diverso. Sul piatto c’è il ruolo di professore associato presso il dipartimento diretto dallo stesso Galli andato ad Agostino Riva, mentre il secondo candidato (più titolato), il primario all’ospedale Niguarda Massimo Puoti si è ritirato. 

Eppure, hanno scritto gli inquirenti: “I rapporti personali tra Galli e Riva possedevano un’intensità tale da far sorgere il sospetto che il candidato Riva venisse giudicato non in base ai titoli e al risultato delle prove, ma in virtù della precostituita volontà di Galli di avvantaggiarlo”. 

Nel luglio 2020, lo stesso Galli intercettato ricordando la vicenda, ha detto: “Ecco, per cercare di uscire dal fondo della classifica (…) abbiamo fatto le operazioni che dovevano essere fatte portando avanti Agostino (…) è chiaro che insomma, giocare tutte le carte diventa veramente difficile”. E ha aggiunto: “Si fa tutto quello che si può fare eh”. In un’altra intercettazione ha precisato: “Però non me lo far dire…”. Secondo la Procura queste parole sono la “definitiva conferma dei favoritismi compiuti per far conseguire a Riva l’importante incarico”.

Galli è indagato con l’accusa di aver ‘truccato’ un verbale della commissione giudicatrice. Fin da subito, hanno fatto presente gli inquirenti, il “rapporto fiduciario tra i due (…) avrebbe dovuto imporre a Galli di astenersi per evitare che il suo giudizio fosse, per usare un eufemismo, parziale e precostituito”. Già a gennaio 2020, quando ancora i criteri del bando dovevano essere scritti, Galli sapeva che sarebbero stati due i candidati e che “l’altro”, avrebbe rinunciato. 

“Occorre evidenziare le spiccate condotte di favoritismo che portavano Galli, alla presenza di Riva, a contattare gli altri membri della commissione per metterli a conoscenza di informazioni riservate” hanno sottolineato i magistrati. 

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